1. Col nonno di mio marito


    Data: 08/01/2021, Categorie: Etero Autore: Margie, Fonte: EroticiRacconti

    ... tergiversa, finché m'invita a salire di sopra. Una mazzata; un massaggio afrodisiaco. Sono bagnata, sono pronta: prendimi e sbattimi. Il tempo di questo pensiero; non c'è il tempo per un'azione mia, perché la sua sua voce ferma e piana mi comunica che deve mostrarmi una cosa. Spero che quella cosa sia dentro ai pantaloni? Sale un po' a fatica la ripida scala che conduce al sottotetto. “Devo portarmi sulle spalle tanti anni. Sono pesanti, sai, gli anni!” Mica la pleurite, gli anni! Ha in mano una chiave, di quelle in ferro di una volta, pesanti. Lo aiuto e mi sorride, s'appoggia a me. Ho un brivido, quasi tremo di voglia. Varchiamo una porta e vedo una raccolta di fumetti fra i quali anche qualcuno di carattere erotico, una serie di romanzi erotici, le poesie di Catullo, di Giorgio Baffo e quelle di Argia Sbolenfi, gli Amores, lirici greci, Apollinaire... Attraversiamo un'altra stanza, piena di vecchiumi vari; arrivati in fondo, m'invita a spostare un mobiletto, che si rivela per fortuna abbastanza leggero. Compare una porticina. Controlla che la chiave funzioni; non apre la porta che di un paio di centimetri. Neanche basta per vedere il buio all'interno. Subito dopo richiude a chiave e mi fa rimettere a posto il mobiletto. Scendiamo. Mi consegna la chiave, come se fosse un oggetto di valore. Ed ecco avviene il fattaccio: mi dice che entro breve sarà morto. Meno di un quadrimestre. Quando l'ho rivisto come nonno del mio compagno ero rimasta impietrita, ma, al confronto di ...
    ... ora, allora ero di burro. Mi consola, sorride, è spiritoso. Mi accenna chiaramente a un dettaglio del suo testamento. Quella casa sarà nostra. Ne facciamo ciò che ci pare: lui sarà morto e poco gliene importerà. Ma se la venderemo, prima dovrò recarmi dietro quella porticina nascosta. “Ti chiedo però di non uccidermi prima per soddisfare la tua curiosità!” esclama ridendo sereno. Mi regala una sterlina d'oro baciandomi sulla guancia. Mi dice che non dimentica quella famosa (almeno per noi) serata. Ne parla con gioia. È come un cirro il suo sorriso nostalgico.
    
    Ci congediamo: mi dà due baci caldi sulle guance. Lo shock di prima vince su ogni possibile reazione. Mentre chiude la porta a vetri mi accorgo che ce l'ha duro. È sempre quel cazzo, indiscutibilmente il migliore dopo quello di mio marito. Mi sembra di riaverlo dentro. Un'ombra umida e scura si forma sui miei jeans attillati. Tornerei indietro, ma la porta è chiusa e lui è sparito.
    
    Mi sento vuota, tanto vuota quant'è piena quella bara che ora stanno chiudendo. Con gesti precisi e consueti, per loro. L'unica ultima vista per noi. Sono trascorsi tre mesi e tre giorni da quell'incontro. Da tre giorni era un respiro sempre più debole. Mi sento addosso il marchio della nostalgia: lacrime scivolano sulle mie gote. La mia passera s'unisce al cordoglio.
    
    Il notaio legge il testamento, documento ironico com'era lui. La casa è nostra; non soltanto quella, ma questo non importa. Sento freddo: un'arietta pungente e fastidiosa, ...