Nei panni di mia madre - 5
Data: 26/12/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... lentamente … sto per farti una sorpresa”.
Senza farmelo ripetere scesi all’altezza dei suoi piedi e cominciai a lavarglieli con la lingua. Gli ciucciavo gli alluci e prendevo in bocca le altre dita.
Lui si godeva il servizio con la mazza ben tesa tra le cosce e i coglioni gonfi come palle da tennis, trafficava col cellulare e mentre mi soffermavo su un piede mi spingeva la pianta dell’altro sul volto.
“A chi stai scrivendo?” Domandai mentre gli baciavo i talloni.
“È una sorpresa” Mi disse. “ Sei proprio bravo come leccapiedi lo sai? Perché non vieni su ora? Così … ecco … in mezzo alle gambe …”.
Gli passai la lingua sulle palle mentre lui, flettendo le ginocchia, iniziò a segarsi con forza.
Sostituii la mia mano alla sua e senza smettere di masturbarlo presi in bocca la cappella e leccai i suoi umori.
Indugiai sul glande, picchiettando il frenulo e stringendo la base tra le labbra e poi cominciai ad aspirare, centimetro dopo centimetro, fino a che tutto il pesce non fu ben piantato dentro la mia gola.
Succhiavo con dedizione e mi impegnavo affinchè i suoi gemiti aumentassero.
Lui si dimenava, piegava le cosce, le stendeva per il piacere e si portava le mani dietro la nuca, tendendo i grossi pettorali.
Feci scorrere le dita su quel corpo perfetto, lungo i quadricipiti duri, sugli addominali e infine gli presi i capezzoli tra il pollice e l’indice.
“Ahhh … bravo … che succhiacazzi che sei”.
Mi afferrò per i capelli, mi staccò la testa dal suo ...
... cazzo e mi mantenne sospeso.
“Quanto ti piace la minchia?” Mi domandò mentre mi prendeva a schiaffi sulla guancia. “Quanto ti piace, troia?”.
“Tanto … tantissimo …” Risposi e, mentre lo guardavo con le labbra socchiuse mi sputò in faccia.
“Puttana” Mi disse e mi tirò verso di sè, facendomi sedere a cavalcioni su di lui.
Mi strinse le natiche tra le mani, scostò la stoffa del perizoma e, in quella posizione, piantò l’uccello nel solco spingendolo contro lo sfintere.
“Ora prendilo in culo” Disse mentre affondava.
Stavo impazzendo.
Finalmente le mie natiche potevano stringere l’uccello che mia madre aveva venerato negli ultimi mesi.
Era spesso e, mentre avanzava nel retto, pulsava per il desiderio.
Cominciai a muovermi con indolenza.
Facevo dondolare la minigonna e, cavalcando il palo, lasciavo che uscisse dal buco fino all’altezza del glande e poi, con un colpo, lo facevo sparire dentro.
“Aaaah che fica che hai”. Mugolava il maiale. “Bravo … adesso voglio che ti copri gli occhi con questo”. Mi propose mentre, allungandosi verso il comodino, afferrava il fazzoletto di stoffa che vi era appoggiato e me lo porgeva.
Lo guardai interrogativo.
“Fai come dico … ti faccio divertire”.
Obbedii.
Avevo l’uccello ben piantato tra le chiappe.
Montavo Timoteo e desideravo solo che lui scoppiasse dentro al culo.
Posai le mani sui pettorali e mi piegai sopra di lui, alla ricerca delle sue labbra.
Mentre gli leccavo le dita gemendo come una ...