Nei panni di mia madre - 5
Data: 26/12/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
Sdraiato sul letto della camera del motel fissavo il soffitto.
Timoteo era sotto la doccia e lo scroscio dell’acqua scandiva il ritmo del mio respiro, come una nenia.
Manila era ancora sconvolta quando eravamo andati via: aveva urlato e lanciato le mie cose fuori dalla roulotte.
“Sei un mostro … un mostro!” Mi aveva detto. “Non voglio vederti mai più”.
Mi ero sentito come se la parte più importante di me mi fosse stata strappata via.
Per tutta la durata della mia breve esistenza avevo vissuto come un’emanazione di mia madre: avevo contemplato il mondo con i suoi occhi e lo avevo percepito attraverso il filtro delle sue emozioni.
Ed ora, improvvisamente, ero stato espulso dalla sua luce.
Mi sentivo smarrito: non sapevo chi fossi e né dove stessi andando.
Sapevo solo che avrei dovuto trovare una nuova direzione e non riuscivo ad immaginarmi su nessun altro sentiero che non fosse quello già battuto dalla mia mamma.
“Ehi piccolo”.
Timoteo interruppe il flusso dei mei pensieri.
Era nudo. I lunghi capelli biondi cadevano bagnati sui pettorali gonfi ed ogni muscolo del corpo era scolpito come dentro a un blocco di marmo.
Sembrava una statua greca.
“Non fare quella faccia … Manila ha solo bisogno di dormirci su, domani capirà che non è accaduto nulla di irreparabile … Torneremo a stare bene, tutti e tre ...”
“È proprio quello che vorrei”. Mi dissi.
“Senti”. Proseguì lui. “Hai pensato a quello che ti ho chiesto poco fa?”
“Intendi ...
... …”
“Si, entrare a far parte della mia scuderia … saresti l’esemplare più pregiato, potresti avere tutto quello che vuoi e io sarei sempre con te …”.
“Quello che voglio è la mamma”. Pensai.
“Cos’è che ti frena Leo?” Proseguì. “Quel bambolotto che ti sei trovato? Lo sai che lui non accetterà mai la tua vera natura … puoi avere tutti gli uomini che vuoi”. Mi disse. “Lascialo perdere”.
“Fabrizio …”. Quasi non ci pensavo più. Eppure, di lì a poche ore, avrei dovuto parlargli … avrei dovuto confessargli la verità.
Avevo paura: avrei voluto che quella notte non finisse mai.
“E poi posso assicurarti che lui non è in grado di darti quello di cui hai bisogno …” Proseguì Timoteo e, montando sul letto, si posizionò sopra di me.
Il suo corpo gigantesco sovrastava il mio esile ed emaciato.
Mi infilò il cazzo molle sotto la gonna.
“Chiudi le gambe”.
Obbedii e, mentre dimenava il bacino, sentii che il bastone si intostava, ingrossandosi all’inverosimile.
“Sei un bel maiale lo sai”. Mi disse. “Stanotte hai svuotato più palle tu che molte donne in tutta la loro vita … Accarezzami le spalle ora … bravo, così … scendi … ancora più giù, scendi … ecco …” Avevo le mani sui suoi glutei e il cuore mi batteva fortissimo.
“Lo senti quanto è duro il mio cazzo piccolo?” Sussurrò mentre sbatteva con vigore la minchia contro il tamburo.
Lo baciai, come avevo visto fare alla mamma, lui si rigirò sul lato e spalancò le cosce.
“Servimi” Mi disse. “Leccami i piedi e risali ...