1. Gioia e malincuore


    Data: 26/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... come una bambina dagli oggetti più fantasiosi tu sbirciavi le vetrine, ma sempre seguendomi attenta. Una docile cagnetta, silenziosa e sorridente contenta di passeggiare a fianco del suo padrone. Un negozio molto famoso per i suoi pacchetti regalo faceva bella mostra su d’un angolo di strada, bracciali, anelli e monili preziosi. Io sorrisi chiedendoti:
    
    “Vuoi qualcosa?”. La risposta si rivelò arguta e saggia:
    
    “L’unico gioiello che vorrei portare è il collare del mio padrone”.
    
    Attraversammo assieme a un numero imprecisato di turisti il ponte più antico della città, la vista più famosa, memoria di ricordi condivisa nell’immaginario collettivo di tutti i cittadini del mondo. I lucchetti, avvinghiati a un lampione sbalzato di ghisa posti dai giovani amanti come suggello di passioni irrefrenabili avevano attirato la tua attenzione. Voli immaginari, lucchetti, corde e catene, ambedue sorridemmo per la passione della fantasia condivisa. Le vetrine dei negozi luccicavano per i preziosi manufatti esposti, le persiane di legno secolari le ombreggiavano, mentre le luci alogene ne decantavano la lucentezza e la preziosità. L’altra sponda del fiume non era meno affascinante, un altro viale, strade secondarie, salite impervie che s’inoltravano sulle colline intorno. Luoghi e paesaggi naturali, scenari per riprese cinematografiche. Man mano che camminavi al mio fianco sollecitata dalle mie parole e dalle continue tensioni cui ti sottoponevo, notavo il tuo corpo tendersi. Il tuo ...
    ... sorriso estendeva il piacere al collo alla schiena, ai fianchi e finalmente le ginocchia si rendevano flesse, a un tratto ti trovavo spalmata sul mio corpo avvolta a me.
    
    Le alte mura e lo stretto marciapiede unite al minimo passaggio delle auto, permettevano lo sfiorarsi più esplicito risvegliando la curiosità morbosa di passanti frettolosi, ma attenti. Le mie mani entrarono nella tua bocca, arrendevole come una puledra accetta il morso, tu mi succhiavi le dita con dolcezza squisita, io cercavo di soffocare la tua arrendevolezza infilandole a fondo, sennonché supplicante come una cerbiatta mi chiedesti:
    
    “Padrone, avrei bisogno d’un bagno”. Io sorridendo risposi:
    
    “Te lo scordi, oggi devi avere autonomia, non c’è tempo per i tuoi bisogni, al limite la fai qua in strada abbassandoti come una cagnetta”.
    
    Tu palesemente imbarazzata per la risposta stringevi le cosce continuando a camminare assieme a me, sebbene rassegnata nel trattenere ogni tua voglia, mentre i tuoi stivali ticchettavano sul selciato. Io adocchiai una trattoria dalle insegne accattivanti, presi la tua mano e ti portai dentro, con malizia e dolcezza t’annunciai:
    
    “Guendalina, credi che t’avrei fatto ammollare senza pietà, non oggi mia schiavetta, non oggi” – ed entrammo nel locale.
    
    Il posto caratteristico offriva un menu appetitoso, ordinammo dopo un’attenta lettura delle portate disponibili, il servizio fu rapido e la qualità eccellente. Inoltre il bagno pulito permise di gratificare la tua impellente ...
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