Gioia e malincuore
Data: 26/12/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... continuava, svariati squilli, continui SMS per sapere quando sarei comparso, giacché sembrava l’abbaio dolce d’una cagnetta in attesa lasciata da sola ad aspettare di chi si occupi amorevolmente di lei. Segnali di ricerca e d’attenzioni dove per libera scelta non prestavo particolare cura. Io dovevo condurti a un’attesa frenetica, lasciarti senza respiro fino alla mia comparsa, sapere che non saresti stata nemmeno in bagno per paura di non farti trovare pronta, poiché quest’aspetto gratificava deliziosamente il mio ruolo di tua guida. Senza sosta io controbattei che stavo sopraggiungendo, alleggerendo un poco la tua inquietudine che stava erompendo, nel tempo in cui tu gradivi qualche avvisaglia per individuarmi in anticipo. Che illusa e che abbagliata, perché in nessun caso mi sarei mostrato per darti un vantaggio. Il ruolo è scontato, perché offre dei notevoli privilegi rispetto a quello complementare non meno piacevole da vivere.
Con un passo deciso attraversai l’atrio della stazione e guardai verso la sala d’aspetto. Tu eri collocata lì come da me esattamente sollecitato, di fianco alla valigetta, con le calzature che raggiungevano i polpacci occultando la parte finale dei jeans stretti. Nel mentre ti eri chinata timidamente incrociando il mio sguardo, io avevo sorriso da subito, senza dubbio avevo notato la mia schiava Guendalina. Tu, invero, per la prima volta eri stata accarezzata dagli occhi scuri come la notte del tuo padrone, il mio sorriso t’aveva lasciato ...
... il primo segno indelebile: non mi eri estranea né indifferente né imperturbabile, tutt’altro. Io avevo incontrato schiave belle e meno affascinanti nel corso degli anni, malgrado ciò i tuoi occhi erano lo specchio di chi vuole perdersi, la quintessenza di donarsi. Tu eri molto chiara sin dal primo momento, io m’accomodai accanto a te dopo averti fatto spostare l’elegante valigetta, poiché le mie parole ben presto t’avvolsero:
“Guendalina sei molto bella e graziosa, ben arrivata”.
Dopo aver ispezionato altri particolari, dai capelli agli occhi, passando dalla scollatura generosa sul seno e indugiando sull’aderenza dei jeans, dopo squadrando la presenza delle calzature, in seguito perdendomi come abitualmente amo fare negl’infiniti dettagli, afferrai la tua mano carezzandola, tastandone i polsi e facendo delirare il mio ego per la possibilità d’avere finalmente chi potesse gratificarlo senza limiti, frattanto con la voce dolce e decisa ti sussurrai:
“Andiamo, non sarai venuta per rimanere qua”.
Tu annuisti in maniera docile e partimmo assieme uscendo dalla sala comoda ma noiosa per vivere. Frattanto ironizzavi appagata, per il fatto che quest’aspetto lo osservai con soddisfazione, palesemente così come compirebbe una frugoletta che ritira il suo omaggio nella circostanza d’una ricorrenza attesa da qualche tempo, perché tu invero avevi ottenuto il riconoscimento tanto atteso: incontrarmi. I tuoi occhi lo rivelavano senz’indugio e senza filtri, poiché gli stessi ...