1. Gioia e malincuore


    Data: 26/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Erano trascorsi giorni, settimane e perfino mesi, perché tanto avevo atteso e intensamente sospirato per quel lussurioso momento, per il semplice fatto che saresti finalmente arrivata per donarti. Numerosissime le definizioni che erano occorse da parte d’ambedue per identificarsi saggiando in concreto, cercando di sapere, individuando di setacciarsi per accostare e per spartire in ultimo interessi, indiscrezioni, livelli e influenze.La posta elettronica, la voce, i biglietti lasciati in zone conosciute, poi gli ordini da parte tua eseguiti sempre con diligenza ed espletati con precisione, ogni volta diversi, talvolta capricciosamente bizzarri e volubilmente insoliti. Era un autunno caldo ma non oltremisura, piacevolmente attutito da quella brezza di settembre, il tuo viaggio in carrozza su quei lenti e mai rapidi mezzi ferroviari era stato deliziosamente denso d’attesa, dato che continuamente il mio cellulare aveva piacevolmente squillato, domandandomi a ogni stazione che attraversavi con una supplica dolce di bambina:
    
    “Per che ora verrai a prendermi?” – e sempre io t’avevo risposto sorridendo, sorvolando di proposito sopra un’indicazione certa.
    
    Io volevo amplificare esaltando al massimo la tua attesa, bramavo esaltare quella tappa, tu non conoscevi niente del mio aspetto, tanto sapevi delle mie particolarità. Avevo appreso che ti saresti trovata indubbiamente in agitazione, così come farebbe uno strumento a corde predisposto per essere suonato per riecheggiare alle ...
    ... mie premure, nel modo in cui farebbe senza dubbio un musicista esperto e ingegnoso, valente di creare armoniosi motivi e belle melodie sfiorando ogni tuo pensiero, poiché questa era stata la sensazione che tu avevi avuto di me. Finalmente arrivò il messaggio che aspettavo:
    
    “Sono arrivata in stazione e adesso?”.
    
    Tu eri giunta nella mia città dopo tanta attesa, aperta, pronta e disponibile nel metterti in gioco, disimpegnata e in balia dei miei modi che sapevano gratificarti a distanza. Le parvenze del tuo ubbidirmi e assoggettarti disciplinatamente s’avvicendarono come tante particelle alloggiate nella buca, nel segmento più infossato che compariva definito, plasmando mescolanze che avresti provato gradevolmente per ambedue. Io respirai e ripresi in mano il cellulare, le dita veloci e sicure sfioravano quei tasti luminosi e sensibili, intanto i miei pensieri pregustavano già altri tocchi e anticipavano altre piacevoli sensazioni. Le parole si formarono impetuose, così come un temporale che irrompe in un’estiva giornata calda di sole e scrissi:
    
    “Va’ nella sala d’aspetto, rimani seduta e fermati lì”.
    
    Poche parole in verità, un ordine categorico, un metodo perentorio, la sensazione del dominio e del potere, la consapevolezza d’avere la tua mente senz’esitazione né indecisione. Con calma, con entusiasmo e con sospensione per la giornata promettente, terminai in tal modo il lavoro d’ufficio alquanto impegnativo e pieno di responsabilità. Frattanto la tua smania d’avermi ...
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