1. Come ho reso Martina la mia schiava toilette


    Data: 19/12/2020, Categorie: Lesbo Feticismo Dominazione / BDSM Autore: Kattrin, Fonte: xHamster

    ... cucchiaio dentro la borsetta.
    
    Il bagno era proprio piccolo, solo una minuscola stanza con un lavandino di fronte. Ci strizzammo dentro e chiudemmo la porta dietro di noi. Io afferrai subito le tette di Martina. Lei gemette: ”Sono state trascurate per molto tempo.” Le tirai il top sotto i seni e li soppesai nelle mie mani con ammirazione. Erano davvero il suo orgoglio e vanto, e aveva ragione. Iniziai a succhiarne uno con piacere. Martina si appoggiò al muro e lasciò che la prendessi, mentre sbottonava i suoi jeans e ci infilava una mano dentro. Afferrai il suo culo sodo mentre tiravo un capezzolo con i denti.
    
    “Ti ho dato il permesso di toccarti, schiava?” chiesi severa.
    
    Martina tirò indietro la mano e disse mite: “No dea, posso?”
    
    “Posso cosa?” risposi.
    
    “Posso giocare con me, padrona?” chiese timidamente.
    
    Morsicai forte il suo seno e schiaffeggiai il suo sedere: “Come diciamo?”
    
    “Posso masturbare la mia fica, padrona?” disse un po’ più determinata.
    
    “Tira giù i pantaloni,” ordinai. Lentamente si tolse gli stretti jeans lasciandoli cadere sul pavimento. La sua passera era un sogno. Il delicato pelo pubico stava crescendo intorno alla sua vulva, e sotto le sue labbra bagnate luccicavano.
    
    Vide il mio sorriso soddisfatto e disse: “Li lascio crescere solo per te, dea. Così sarai soddisfatta della fica della tua serva.” Annuii e la girai verso il muro, per guardare meglio tra le sue gambe. Allora notai che la piccola puttanella non era arrivata impreparata: ...
    ... un bel fallo nero era conficcato saldo nel suo culo.
    
    Lo rigirai e iniziai a muoverlo dentro il suo culo, lei godeva visibilmente. “Oh padrona, sai quanto ho atteso per questo? Non risposi, invece la lavorai ancora con il fallo, quindi lo tirai fuori e lo infilai dentro di nuovo, ancora e ancora, fino a che potei fottere il suo sodo “culo latino” con facilità. Gemette rumorosamente.
    
    “Così ti piace,” le sussurrai all’orecchio. “Dritto su per il culo.”
    
    “Oh sì, padrona,” rispose. “Sono proprio una piccola troia anale che lo vuole sempre nel culo. Il mio sporco buco è lì solo perché tu lo usi.” La scopai più forte con il fallo mentre tiravo indietro i suoi capelli e pressavo le sue tette contro le fredde piastrelle del muro. Strillò e mugolò mentre veniva e rimase lì senza fiato, il fallo ancora dentro di lei.
    
    Mi sedetti sul sedile del water e allargai le gambe. “Vieni qui,” Ordinai. Sapeva che era il momento e si inginocchiò volentieri sul pavimento di fronte a me. Sollevai la mia gonna e mugolò felice alla vista del mio cespuglio rosso.
    
    “Wow, io…” iniziò a dire quando la interruppi bruscamente puntando uno spruzzo di piscio dritto alla sua faccia.
    
    Lei risucchiò e bevve. Era più eccitante di quanto avessi mai immaginato. Le pisciai addosso, e lei ingoiò felice, come se non avesse mai fatto altro. Mi chiesi se la sua mente fosse più sporca di quanto non volesse far sapere, perché ora era in vena e non aveva limiti. Quello che non poté ingoiare lo lasciò scivolare ...
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