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Un sofferto tradimento 2 – Il racconto di Cinzia (finale)
Data: 10/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Handrea, Fonte: EroticiRacconti
Ci sono ricascata! Mi ero ripromessa che non avrei più accettato gli inviti di Andrea, ma non ci sono riuscita.... è riuscito a prendermi nuovamente, a coinvolgermi con pazienza, facendomi sorridere spesso per le sue profferte, irretendo i miei pensieri, facendo leva sulla mia vanità di donna felice di essere corteggiata da un uomo, riconquistandomi con discorsi da innamorato cui opponevo, sempre, un allegro scetticismo. Fino a quando non mi ha dimostrato veramente quanto ci tiene a me! Sapevo che un'altra collega gli ronzava attorno, e la cosa mi dava un po' fastidio anche se, da un altro punto di vista, mi sollevava alquanto dalla decisione da prendere di rivederlo o meno. Pensavo "ecco, ne ha un'altra! E questa è single, si sicuro più facile di me da convincere. Ora mi lascerà in pace....!" Poi però, mi fu confidato da un'amica comune come Andrea l'avesse snobbata, eclissandosi con gentilezza asserendo che "il suo cuore era già stato prenotato". Gli mandai una mail facendogli i complimenti per la sua "nuova fiamma": sapevo che avrebbe abboccato e mi aspettavo la sua reazione indignata. Invece mi lasciò di stucco rispondendomi freddamente e dicendomi quanto non avessi capito un bel niente di lui se ritenessi che fosse in grado di mettermi da parte per la prima "sciacquetta" che gli faceva gli occhi dolci! Fui io la prima a voler riprendere i contatti epistolari con lui mandando il giorno dopo, con una scusa, una mail di circostanza. Riprendemmo a sentirci ...
... quotidianamente, con lui sempre galante senza essere ossessivo, io mantenendomi sulle mie anche se, a volte, mi aprivo a confessioni improvvise. Mi fece ridere e commuovere al tempo stesso sapere come fosse felice a vedere l'avviso di ricezione della mia mail quando gli scrivevo, tanto da indurmi a chiedermi se non mi stessi innamorando di quest'uomo così complicato. Un giorno andai al suo ufficio e, poiché eravamo soli in stanza, mi confidò come mi avesse sognato la notte prima, di come sgattaiolavamo fuori da un ostello senza che il suo collega di stanza (c'era anche lui nel sogno) se ne accorgesse. E di come avessimo trascorso quelle ore di fuga chiusi in una stanza arredata con mobili antichi, forse medievali, facendo l'amore e mangiando patatine fritte. "Ti piace come sogno?" mi disse appena ebbe finito il racconto. "Ma che razza di sogni fai?" gli dissi perché non sapevo cosa e come rispondere a quella domanda. "Sogni d'amante...." Mi rispose col sorriso da "figlio-di-puttana" che tanto odiavo-amavo dipinta sul volto. Pochi giorni dopo cedetti alle sue richieste. Ci vedemmo al bar insieme ad altri colleghi e mi accorsi di quanto fosse insostenibile stargli vicino senza parlare normalmente, come facevamo per posta elettronica, ma attenendoci a ruoli più formali e, decisamente, spersonalizzanti. Cominciai ad aspettare le sue mail decidendo quando e come rispondergli, a sentirmi trascurata quando non mi scriveva nemmeno un rigo, a sentire la sua mancanza ...