Buon vicinato 3
Data: 03/11/2020,
Categorie:
Etero
Autore: elmatador89, Fonte: Annunci69
... cazzo stretto nella sua morsa per minuti, finchè emise un urlo stridulo e si irrigidì sul tavolo, per poi ricadere distrutta: “oddio… mi hai... mi hai distrutta…”
“Ma non abbiamo mica finito”, incalzai subito. Lei fece per rialzarsi, ma la spinsi contro il tavolo, e ripresi con forza, avviandomi a conclusione anche io entro poco. Le esplosi dentro. Durante i miei ultimi affondi il tavolo era arrivato a poggiarsi contro il frigorifero: l’avevamo spostato di un bel po’. Quindi mi allontanai e caddi esanime su una sedia: collassato a gambe stese e larghe. Alla mia sinistra lo spettacolo di una donna prona sul tavolo, dopo un amplesso. Anche lei rimase ferma sul tavolo a riprendere fiato per qualche minuto.
Dopo un po’ si riprese, si alzò, e si girò verso di me.
Io mi godevo l'estasi post-orgasmo, mista a quel senso di soddisfazione psicologico da maschio che ha portato a casa una preda.
Mi guardava con quegli occhioni da cerbiatta, ma con un volto diverso. Si sistemò i capelli, si avvicinò a me, abbassandosi per dirmi qualcosa all’orecchio. Il mio naso era accarezzato dai suoi capelli,e il suo odore era spettacolare. Odore di donna, Odore di piacere.
“Grazie”, disse almioorecchio sinistro, poggiando la sua mano sinistra sul mio petto villoso, e lasciandola scivolare sul mio addome e sul mio pube, infine passando sul mio pene in piena fase di recupero. Con la manop sinistra accarezzavo la sua gamba, risalendo verso il sedere. Non feci in tempo ad afferrare la sua ...
... chiappa, perchè lei si scostò, e muovendosi molto lentamente si mise di fronte a me, e si inginocchiò tra le mie gambe larghe.
Cosa stava facendo? Io ero esausto, penso che avevamo passato insieme un’ora in quella cucina, ed era stata una bella impresa. Pensavo di aver finito.
Lei non era d’accordo.
La vidi lì in ginocchio, mi guardava, coi suoi occhioni che, come detto, ora trasmettevano qualcosa di più rispetto a prima. Non era più desiderio frenato… era proprio Voglia.
Quanta energia, Luisa! Mi tornarono in mente i primi anni di affitto in questo appartamento, quando suo marito era ancora vivo, e capitava spesso di sentire il loro letto al piano di sopra commentare con forti cigolii le loro attività coniugali in diretta. E io che immaginavo fosse suo marito quello più voglioso dei due. Lui era un omaccione robusto, un armadio a due ante. Avevo anche scherzato una volta con la mia compagna, dicendole "Ma povera signora, qualche giorno la rompe!" Mi sa tanto che mi sbagliavo!
Mentre pensavo questo, lei aveva iniziato un lento e delicato massaggio ai testicoli: sentivo le sue mani fredde darmi piacere e procurarmi uno stato di rilassamento profondo. Dopo poco, anche la sua bocca si mise all’opera, occupandosi del mio pene. Non era una pompa, era più un massaggio, un coccolare quel pene, adesso in semi erezione da recupero, ma che pochi minuti prima faceva da padrone tra le gambe di questo gran pezzo di donna.
Non saprei dire quanto tempo rimase lì sotto, ma ...