1. Geni che s’accoppiano


    Data: 22/10/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... sue mani, che proseguono a muoversi appassionate e deliranti nella ricerca di chissà che cosa. Al presento acciuffo il suo cazzo tra le mani, è invero una sensazione fantastica e inenarrabile, lo vedo là di fronte a me, è mio, posso farne ciò che voglio, posso farlo sborrare oppure lasciarlo lì. La cupidigia assoluta di sentirlo mio è molta, in quell’istante con la punta della lingua assaggio il suo virile desiderio e ben presto un respiro soffocato lo attanaglia. Sento che è giunto il momento, malgrado ciò aspetto ancora. Lo osservo impaziente, è teso, rigido e convulso, chiaramente smarrito come nell’abbandono di quel momento. La mia lingua inaugura il suo lavoro analizzando e setacciando ogni centimetro del suo nerbo. Per lui è una meraviglia distinta ed eccezionale, al punto da farmi constatare come la mia lingua sia differente del solito. Come se il suo cazzo fosse un candelotto di ghiaccio, inizio a lavorarmelo a modo mio, poco per volta lo faccio mio. Dischiudo le labbra e ingoio il suo cazzo ospitandolo e saggiandone accuratamente la consistenza, mentre Aristide infoiato mi ripete:
    
    “Beatrice sei una favola, un vero incanto, sei la numero uno, non ti cambierei con nessuno, garantito”.
    
    Ogni volta pare sempre la prima volta, Aristide è felice e deliziato, io ho fatto abbastanza esperienza nel corso del tempo, è stato favoloso, all’inizio ricordo che ero intimorita e finanche scoraggiata, perché avevo la ragionevole incertezza e il fondato timore di compiere ...
    ... qualche sbaglio insanabile, ma subito dopo che le mie labbra hanno sfiorato la pelle levigata e focosa del suo cazzo, la mia bocca e la mia lingua avevano la perfetta cognizione su come manovrare e su come agire. Il primo atto è stato baciarlo in maniera indolente ed erotica per tutta l’estensione del cazzo, fino al fondo della base e andando ancora più giù, per poi risalire con la punta della lingua fino all’apice del glande. A quel punto ho aperto le labbra e ho lasciato che la mia bocca arroventata l’ospitasse adagio, mentre giocherellavo nello stuzzicare con la lingua il frenulo picchiettandolo con vigore, nel tempo in cui osservavo lestamente il suo viso estasiato per quello che gli procuravo.
    
    Ho cominciato a succhiare il cazzo di Aristide all’istante facendolo svanire dentro la mia bocca, lo sentivo eccezionalmente enorme, insolitamente granitico con quell’erezione, poiché stentavo nel succhiarlo talmente era eretto. E’ stata in verità una sensazione deliziosa e soddisfacente, perché mi sono sentita interamente imbottita, avevo la fica molto zuppa senza nemmeno essermi sfiorata neppure una volta. A quel punto ero infervoratissima e Aristide l’aveva compreso estraendo il cazzo di fuori: lui bramava che gli leccassi persino i testicoli, io aizzata e istigata com’ero, ho ottemperato tassativamente senza battere ciglio. Durante il tempo in cui attuavo la sua disposizione da valente femmina, con una mano impugnavo quel cazzo compatto e pulsante poco sopra il viso, perché di ...
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