1. A casa


    Data: 24/04/2018, Categorie: Etero Autore: Chinasky, Fonte: RaccontiMilu

    ... attirava.
    
    Mentra seguiva Luisa lungo le scale, Mario le osservò il sedere. Non era paragonabile, per bellezza, a quello delle ragazze che lavoravano il sabato sera al “Le Marquis”, tuttavia non lo lasciò indifferente.
    
    La camera da pranzo era arredata come una qualsiasi delle altre camere da pranzo del paese. Su una credenza, decine di foto mostravano facce in bianco e nero di quelli che una volta erano stati zii e cugini. Un viso ricorreva più spesso degli altri e Mario immaginò che dovesse essere Domenico.
    
    Da una vetrinetta Luisa estrasse due piccoli bicchieri e una bottiglia di vetro spessa e senza etichette. Li riempì entrambi fino all’orlo e quindi invitò Mario a bere. Erano seduti, uno accanto all’altro, intorno ad un grosso tavolo di noce posto al centro della stanza. Mentre beveva, senza rendersene conto, Mario aveva toccato con il ginocchio più volte quello di Luisa. Quel contatto fortuito non era sfuggito a lei, che per darsi coraggio si era versata, e aveva versato anche a Mario, un altro generoso bicchiere di Sambuca. Ad un certo punto, come fosse la cosa più naturale del mondo, Luisa posò la sua mano su quella di Mario. In realtà si era dovuta quasi costringere per fare quel gesto, e il tepore suscitato dalla Sambuca l’aveva indubbiamente aiutata.
    
    Mario rimase stupito. La guardò e le sembrò piccola piccola su quella sedia. Luisa teneva gli occhi bassi, timorosa di incontrare quelli di Mario. Lui le scostò dalla fronte un ciuffo di capelli e quindi ...
    ... la accarezzò il braccio. Poi le mise una mano sulla sua schiena sentendo, sotto la stoffa del vestito, il rilievo del reggiseno. Dopo essersi mossa circolarmente, la mano si fermò alla base del collo alla ricerca della zip. Lentamente la fece scendere fino a quando non fu arrivato con la mano all’altezza dei fianchi. Luisa continuava a tenere gli occhi verso il tavolo ma non si era opposta a nessuna di quelle azioni. Lui le spostò le spalline facendo cadere il vestito fino alla seduta della sedia. Mario aveva cercato di usare tutta la gentilezza di cui era capace per quei movimenti. Pensò a quanto diversamente si comportava quando stringeva per i fianchi le ragazze Polacche che volevano 100 euro solo per sedersi con lui. Più di una volta era successo che una di loro si mettesse a piangere perchè, presa per i capelli, lui l’aveva costretta sul suo inguine fino a farle ingoiare tutta la sua solitudine.
    
    A questo punto si alzò in piedi facendo capire a Luisa che doveva fare altrettanto. In questa posizione il vestito le scivolò giù fino alle caviglie. Luisa ora era in piedi davanti a lui e lo guardava. I suoi occhi avevano preso coraggio e lo fissavano. Erano occhi profondi, così diversi da quelli cerulei di Lena o di Maja. Mario portò le mani dietro alla schiena di Luisa per liberarla dal reggiseno. Il suo corpo era morbido e i suoi seni, pieni, avevano atteso da tempo che altre mani, oltre alle sue, li stringessero. Mario vide i capezzoli di Luisa prendere vita, e nel farlo ...