Enormi e Trans – Parte I
Data: 19/10/2020,
Categorie:
Trans
Autore: antony_hard, Fonte: RaccontiMilu
... sinistra e sembra che il tessuto che lo imprigiona possa strapparsi da un momento all’altro. In tutto ciò Mel*ssa se lo massaggia maliziosamente con una mano, stimolando l’enorme clava in tutta la sua lunghezza e soffermandosi con le dita sul prepuzio e l’enorme cappella, entrambi molto sensibili, e il suo volto è attraversato da smorfie di puro arrapamento.
È a quel punto che mi vede, temo che si incazzi e mi cacci via, ma dopo una prima occhiata interrogativa, la sua espressione infoiata e lo sguardo con cui mi squadra mi fanno sperare per il meglio. La troia si massaggia il suo palo con fare ancora più sexy e, guardando ora me ora lui ora di nuovo me, è come se mi stia chiedendo se mi piaccia quello che mi sta offrendo. Il mio sguardo trasognante è già la risposta che aspettava, con un sorrisino beffardo lentamente, con l’indice della mano libera, mi ordina di raggiungerla al suo tavolo.
Non capisco più niente, procedo lentamente verso di lei facendomi strada tra le altre persone che sembrano così distanti, credo anche di aver sentito un ragazzo che, avendo capito la situazione, staccandosi dalle tette di una strafiga che stava avidamente ciucciando e palpeggiando, mi sussurra qualcosa come “beato te, quanto vorrei succhiare quel palo gigante per ore e farmi sborrare dappertutto”.
La raggiungo e mi siedo sul divano del suo tavolo accanto a lei, non perde tempo e lentamente si sporge verso di me e inizia a baciarmi. Prima sensualmente, poi iniziamo a ...
... limonare selvaggiamente come due innamorati arrapatissimi. Mi prende una mano e se la porta sul suo maestoso cazzo, mi guida nel massaggiarlo su e giù da sopra il vestito, è impressionante per quanto sia duro e enorme, un massello ci carne pulsante carico di piacere e massiccio come un palo di ferro. Intanto le bacio il collo, lei ansima grazie al mio lavoro di mano e inizia a muovere il bacino rendendo ancora più granitica la sua splendida mazza. Quindi si alza e, ancora seduto, mi ritrovo quel palo di ebano, ancora imprigionato sotto l’abito da troia, all’altezza della mia faccia. Lei mi guarda e ride, poi inizia a strusciarmelo sulla faccia, sulle guance, sulla fronte e infine sulla bocca. È su quest’ultima che ovviamente la puttana si sofferma di più, e allora infoiato come non mai inizio a leccare tutta l’asta da capo a fondo, finendo con delicati e arrapanti morsetti sulle parti più sensibili intorno alla cappella, il tutto reso ancora più stimolante dallo strofinio del tessuto del suo vestitino che mi separa ancora da quel ben di dio.
Si sta arrapando sempre di più, allora mi alza e, dopo un’altra limonata furiosa in cui sento la sua verga gigante premere sulla mia pancia mentre siamo avvinghiati uno di fronte all’altro, mi prende per mano e mi invita a seguirla. Mi porta poco più in là dove c’è un altro tavolo, vuoto, più appartato degli altri perché si trova in una rientranza del locale e quindi è raramente frequentato essendo poco agevole per ascoltare la musica e ...