Storie della storia del mondo, 1 - i primordi
Data: 15/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... screziata, ora un ramarro fulmineo.
Ogni tanto allungava una mano a cogliere una bacca o il frutto sugoso che un
albero sembrava porgergli da un ramo più basso.
Il suo corpo si muoveva leggero e sinuoso, vestito solo della sua bellezza, ma Slut non sapeva di essere bello, non sapeva nemmeno di essere diverso da tutto quello che lo circondava.
Ad un tratto, sentì un fruscio dietro un’alta macchia di siepi fiorite, ma non ci fece caso: erano tanti i fruscii prodotti dalla brezza leggera tra i rami frondosi degli alberi o dai suoi stessi passi tra i bassi cespugli; poco dopo, però, il rumore si ripeté ed era diverso dagli altri, più forte, più…
Slut si guardò allora attorno, ma non c’era niente di nuovo, niente di strano, niente di diverso. Il rumore si ripeté, dall’altra parte delle siepi; allora capì che doveva cercare un passaggio, se voleva scoprire cos’era.
Quante cose nuove stava maturando Slut nella sua mente in quei pochi istanti, dacché si era svegliato alla vita.
Scrutò con attenzione il muro verde del macchione spinoso, ma non c’erano varchi che lo attraversassero; allora cominciò a costeggiarlo, avendo intuito che quello era l’unico modo per andare dall’altra parte. E la sua intuizione fu premiata, perché dopo un poco si apriva un passaggio, come un uscio spalancato.
Slut lo attraversò finché gli comparve alla vista uno strano animale, eretto su due gambe come lui, candido di carnagione come lui e come lui allungava le mani per raccogliere le ...
... bacche purpuree sulle siepi spinose. Gli dava le spalle e Slut fu colpito dai due globi levigati, che quello strano essere mostrava alla sommità delle gambe. Qualcosa gli suggerì che forse anche lui ce li aveva: allora si portò le mani dietro e si lisciò le rotondità pelosette delle natiche, traendone un certo compiacimento.
Allora emise un richiamo in una lingua che ancora non esisteva e l’altro essere si voltò, mostrandosi non meno sorpreso e sbalordito di lui. Slut si accorse che quello strano animale aveva anche lui un folto cespuglio aggrovigliato alla congiunzione delle gambe e un cannello penzolante come il suo, lungo e carnoso.
L’altro essere, che per comodità chiameremo Var, prendendo arbitrariamente a prestito nomi di antiche cronache in antiche lingue ormai dimenticate, rimase a fissarlo a bocca aperta, poi gli si fece incontro sorridendo e tendendogli una grossa bacca rossa, che stringeva fra le dita.
Giuntogli davanti, gliel’accostò alla bocca e Slut ne morse la metà, inebriandosi di nuovo alla dolcezza ineffabile di quel frutto. Var si portò alla bocca l’altra metà e gli sorrise con il sugo rosso che gli colava dalle labbra.
Non sappiamo se si dissero qualcosa, ma anche se lo fecero, non saremmo in grado di riportarlo, poiché nessuno sarebbe capace di capire la loro lingua… ammesso che avessero già imparato a parlare e non intendo se avessero imparato ad articolare le parole, bensì a identificare con un nome almeno gli oggetti, le piante, gli animali ...