1. Storie della storia del mondo, 1 - i primordi


    Data: 15/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    I PRIMORDI
    
    Nella profonda oscurità della sua incoscienza l’uomo sentì scorrere come un brivido leggero e dopo un istante si trovò ad aprire gli occhi. La luce vivida del giovane sole lo abbagliò e lui li richiuse istintivamente. Digerì quella prima sensazione quasi dolorosa, poi li riaprì lentamente, facendosi ombra con la mano, e si guardò attorno.
    
    Il mondo rifulgeva con i suoi colori vividi e smaglianti, creando in lui uno stato d’animo di stupore e meraviglia. Del resto, nulla nel suo DNA nuovo di zecca richiamava immagini o esperienze radicate nel passato. Il passato non esisteva ancora, se non da quando aveva aperto gli occhi alla luce, pochi istanti prima, pochi battiti di ciglia prima.
    
    Era disteso a terra, appena plasmato dal fango primordiale e destato alla vita dall’alito divino del Creatore, ma lui ancora non lo sapeva, si riempiva gli occhi di quelle immagini luminose ed era stupito. Una farfalla enorme, coloratissima gli svolazzò un momento sopra la faccia e lui si volse a guardarla, mentre si allontanava. Ebbe l’impulso di seguirla e volle alzarsi, ma le gambe non lo ressero; allora ricadde a sedere e stette un pezzo a riprendere fiato, poi tentò nuovamente facendo forza sulle braccia; finché pian piano riuscì ad assumere una posizione eretta e a stabilizzarsi sulle gambe. Allora si guardò le mani, si guardò le gambe, i piedi e capì che erano suoi… Si guardò anche il lungo cannello che spenzolava molle nel punto in cui si congiungevano le gambe… che ...
    ... però ancora non sapeva si chiamassero gambe… del resto, non sapeva neanche come si chiamava lui e di essere appena stato creato: altri sarebbero venuti a dirglielo, ma più tardi, molto più tardi, quando l’incanto di quel mondo senza ombre e senza dolori era ormai un ricordo sepolto nella leggenda.
    
    Ma noi dobbiamo dargli un nome, se non altro per non creare confusione, e allora lo chiameremo Slut.
    
    La farfalla si stava allontanando… L’istinto infusogli con l’alito divino suggerì allora a Slut di sollevare un piede e lui lo sollevò e lo spostò un poco in avanti, poi fece lo stesso con l’altro e poi di nuovo e di nuovo: aveva imparato a camminare. Lo stupore della novità gli fece passare di mente la farfalla, scomparsa ormai oltre la siepe, ma un’altra cosa, del pari coloratissima, attrasse la sua attenzione: una bacca purpurea alla sommità di un pruno.
    
    Ubbidendo al medesimo istinto allungò il braccio, la prese con le dita, la strappò e se la portò alle labbra… La dolcezza del frutto invase il suo corpo, dandogli un’intensa sensazione di felicità.
    
    Ma altre luci, altri colori attrassero la sua attenzione, del resto era tutto così vivido e splendente in quei primi giorni della Terra; la polvere dei secoli ancora non si era posata a rendere smorta ed opaca la realtà.
    
    Slut si muoveva lentamente fra cespugli fioriti ed alberi già gravidi di frutti, calpestando il morbido tappeto di erba novella e seguendo con gli occhi incantati ora un uccello variopinto, ora una farfalla ...
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