Le lacrime delle donne 6/8
Data: 25/09/2020,
Categorie:
Sentimentali
Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti
... reale. “Mi sento una puttana, mi fai sentire una puttana, non mi sono mai sentita così”, gli aveva detto tra le lacrime, come se dopo avere accolto cazzo e sperma in ogni suo buco improvvisamente se ne vergognasse.
Antonello aveva protestato, le aveva detto che non era vero, che lui era stato sicuro della sua passionalità sin dal primo momento: “Ti ho voluta da subito, tu sei una gran donna, sei la mia donna”, le aveva ripetuto. Annalisa invece gli aveva confessato, sempre piangendo, che dalla notte in cui avevano dormito insieme non aveva mai smesso di pensare a lui: “Non sono riuscita a fare nulla in questi giorni, ho cercato di resistere ma non ci riesco, il desiderio di te mi mangia da dentro…”. Lui l’aveva abbracciata e le aveva detto “vieni a vivere con me, non ha senso che resti in quel bed and breakfast”.
Da quel giorno, una settimana fa, Annalisa ha avuto accesso alla vita del boss della ‘ndrangheta Antonello Greco. Ha iniziato a conoscerne orari ed abitudini, a condividerne le rare compagnie. Al party di inaugurazione di un ristorante lui l’ha presentata come la sua fidanzata, e a chi ne magnificava la bellezza ha risposto elogiandone l’intelligenza e la cultura, il carattere, la rettitudine. “Sono la tua fidanzata?”, gli aveva chiesto Annalisa la notte stessa. “Lo vuoi essere?”, aveva replicato Antonello. “Sì amore, ma quando siamo soli voglio essere un’altra cosa”. Poi si era chinata sul suo ventre dando il via a un bocchino che l’avrebbe fatto ...
... delirare.
Naturalmente l’uomo non l’aveva messa a parte delle sue attività criminali, aveva compiuto tuttavia dei piccoli passi falsi. Annalisa aveva per esempio notato che, ogni mattina, intercorreva molto tempo tra il momento in cui scendeva nel garage condominiale e quello in cui la sua Bmw faceva la sua apparizione in strada. Anche venti, trenta minuti. Insospettita, aveva fatto controllare l’ambiente dai suoi agenti e quel che avevano scoperto sul modus operandi di Antonello era stato sorprendente. Magari artigianale ma, a suo modo, geniale. Nei sottofondi ricavati in una vecchia Audi erano stati ritrovati computer, registri e telefoni cellulari usati da Antonello nelle sue mansioni di capo ‘ndrangheta. Era una macchina risalente al mesozoico che probabilmente non si metteva nemmeno più in moto, risultata di proprietà di una anziana vedova che abitava nello stesso stabile e passava le sue giornate su una sedia a rotelle accudita da una badante. Antonello si era offerto di amministrare i suoi beni, ma il bene più prezioso era quell’automobile scassata che aveva trasformato nel suo ufficio.
Annalisa sapeva che gli uomini agli ordini della Direzione distrettuale antimafia avevano discretamente perquisito, e spesso, sia l’appartamento che l’automobile di Antonello. Lei stessa si era data da fare in casa sua. A nessuno era però mai venuto in mente che pochi posti macchina più in là, nel garage, fossero custoditi i segreti di una delle più importanti ‘ndrine attive sul territorio di ...