1. Memorie di campagna. le prime esperienze di un ragazzino in cascina.


    Data: 24/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: deepmen, Fonte: Annunci69

    ... vorrai diventare un finocchio neh, casso! Meglio se c’è un grande che ti spiega, a me tanti anni fa quando avevo la tua età ha spiegato tutto mio fratello più grande, io ero l’ultimo di otto, ero ancora un ragassino come te, lui aveva trent’anni e si era già sposato. Lui adesso sta in città, quando lo vedo mi schersa sempre e mi dice che mi ha spiegato tutto lui e che la mia donna deve dire grasie a lui se ha trovato un marito che sapeva come si fanno i figli, ah ah.”
    
    Rideva piano per non farsi sentire dal nonno e dallo zio. Gli mancava qualche dente.
    
    Verso sera, quando il sole non era più così alto gli uomini tornavano al lavoro nei campi, rimanevano in cascina solo i ragazzini e le donne che preparavano già per la cena. Io ho fatto merenda e tirato qualche calcio al pallone sull’aia.
    
    Quando è calato il sole i braccianti si sono messi in fila da mio nonno per la paga poi si mangiava in cortile tutti insieme con i braccianti a giornata.
    
    Giravano fiaschi di vino e fette di polenta col salame, gli uomini si rilassavano e scherzavano fra loro, alla fine erano tutti un po’ brilli. Le donne servivano in silenzio.
    
    Io ogni tanto guardavo il bracciante e mi vergognavo di aver assaggiato la sua sborra. Adesso era lì che scherzava con gli altri uomini mezzi ubriachi. Giocavano alla morra, ridevano. Volavano battute sulle donne che arrossivano, mia nonna sgridava lo zio, c’erano lì le bambine e doveva vergognarsi, madonna santa. Il bracciante adesso era in canottiera e ...
    ... pantaloncini corti come quelli che si usano sul trattore. Calze spesse e scarpe grosse sporche di terra, la sigaretta che pendeva dalla bocca.
    
    A un certo punto mio zio ha detto: “ Questo l’ è mio nipote Mario, il figlio di mia sorella, sta giù in città. I ragassi in città non capiscono niente, sempre dietro a studiare e poi con una donna non sanno come fare. Noi altri qui le ragasse le portiamo su nel fienile, casso!”.
    
    Tutti gli uomini mi guardavano e ridevano.
    
    “Dai porta da bere agli uomini del zio!”. Mi sono alzato e ho messo due fiaschi sul tavolo. Erano tutti mezzi ubriachi. Quando sono passato vicino al bracciante lui mi ha preso una coscia appena sotto il culo con la sua manona nodosa : “Bravo ragasso, sei un bravo ragassino tu!”.
    
    Non volevo andare dietro al fienile ma avevo paura di passare da femminuccia di città. Sentivo i miei cugini che con gli altri ragazzini della cascina si facevano delle seghe in compagnia e sborravano tutti insieme nei campi senza problemi, i più piccoli qualche rara volta servivano quelli più grandicelli con la bocca, era tutto naturale, si faceva così in campagna. Poi magari la domenica ci si confessava col parroco. Rimaneva un tabù per tutti la penetrazione, quella era roba da froci. Sapevo che in una cascina vicina c’era un ragazzino che si faceva scopare nel culo ma tutti lo prendevano in giro anche se qualche volta i più grandicelli andavano a trovarlo.
    
    Alla fine sono andato dietro al fienile quando tutti sono andati a ...
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