Memorie di campagna. le prime esperienze di un ragazzino in cascina.
Data: 24/09/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: deepmen, Fonte: Annunci69
... molta pelle che gli copriva la cappella. Tutti in famiglia abbiamo un bel prepuzio, anche lo zio e il nonno.
Oggi i miei cugini sono sposati, Gino ha tre figli maschi che portano avanti la cascina, Santo ha due figli, un maschio e una femmina e fa il rappresentante di concimi. Con Santo capita che ci vediamo per farci qualche segone in compagnia.
Gli uomini di famiglia facevano la siesta nello stanzone dei braccianti a giornata, si dormiva sul primo letto che trovavi libero. In quello stanzone le donne non entravano all’ora della siesta, era una parte della cascina per gli uomini. Fuori c’era la canicola e mancava l’aria dal caldo. Silenzio assoluto in tutta la cascina, un sole che ti bruciava il cervello. C’erano dei letti vecchi e brande messi in fila uno diverso dall’altro, singoli e matrimoniali per far riposare i contadini nelle ore di caldo.
Lo zio e il nonno qualche volta dormivano nello stesso letto matrimoniale, come tutti gli uomini per la siesta d’estate si spogliavano completamente. In famiglia abbiamo tutti dei cazzi larghi, ben piantati con due palle gonfie, due belle uova. Il cazzo del nonno che russava era largo e tutto ricoperto di grosse vene scure con due belle palle che gli scivolano fra le cosce, quello dello zio aveva due coglioni da toro che sembravano scoppiare.
A volte c’era anche qualche bracciante che dormiva nudo in un letto, cambiavano spesso, arrivavano al mattino chiedevano se c’era bisogno di una mano nei campi e si fermavano ...
... fino a sera.
Ogni tanto nel sonno allo zio che era un uomo di quarant’ anni diventava duro come capita quando dormi allora il prepuzio si ritirava e sbucava la cappella che era piena e lucida, si vedeva bene la fessura più scura, si sentiva nell’aria l’odore pungente di cazzo. Capitava che nel sonno lo zio e il nonno si girassero nel letto allora i loro uccelli si sfioravano. Io allora mi facevo delle seghe veloci senza farmi vedere e per paura di essere scoperto, schizzavo nel palmo della mano per non sporcare le lenzuola, mi giravo sul fianco e leccavo tutta la sborra senza lasciare traccia.
Una volta un bracciante che non avevo mai visto si era accorto che mi masturbavo. Si era sdraiato in un letto di fianco al mio. Un tipo basso e peloso con la pelle bruciata dal sole che gli aveva lasciato il segno della canottiera sul petto. Come tanti contadini aveva una catena al collo con un gran crocifisso che affondava nel pelo. Era calvo con la pancetta, baffoni gialli di nicotina, due braccia muscolose e due manone nodose. Dopo tutta la mattina nei campi a lavorare puzzava di sudore acre, aveva appena finito di fumare una sigaretta Nazionale e il fumo riempiva lo stanzone. Avrà avuto cinquant’anni, parlava col nonno dei vecchi tempi quando prima eravamo a tavola. Aveva iniziato a fissarmi proprio mentre stavo venendo nella mano. Si era messo a pancia in su e mi aveva mostrato il suo uccello in tiro e scappellato. Un cazzo da toro, massiccio, molto peloso, le palle erano già ...