1. MAI FIDARSI DELLE APPERENZE


    Data: 05/09/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Autore: wenona_borslav, Fonte: RaccontiMilu

    ... forse la giornata pesante ma inizio a sentirmi un po stanca. Forse dovevo rimandare la visita a questi due.
    
    Io non noto nulla di insolito ascolto i vostri scambi verbali sperando che l’atmosfera si calmi.
    
    “Non chiamarmi ragazza. Per te sono un’agente di polizia. Per questo sono in divisa ” “Mentre tu non sei un cazzo di nessuno. Probabilmente non hai nemmeno lavorato. Ti sarai fatta mantenere come un parassita”
    
    ‘Io ti chiamo come cazzo mi pare e come hai detto tu prima,,,nessuno sa che sei qui e sei in casa mia, per cui che ti piaccia o no io ti chiamerò come vorrò tutte le volte che vorrò. Ti entra nella tua testolina di troia il concetto?’
    
    Bevo ancora un sorso. Non so perché ma sta bevanda più va giù e più la sete aumenta.
    
    Io sono ora seduto tra loro due e ascolto senza intervenire, quasi annichilito dallo scontro tra i caratteri dominanti delle due donne.
    
    Stavolta &egrave troppo. Spalanco gli occhi incredula a quelle parole. Anzi, cerco di spalancarli. “Hai esagerato brutta vecchia bastarda adesso io te li spacco quei den” La frase si interrompe a metà.
    
    Agnese la osserva senza scomporsi. Sa bene cosa tu stia avvenendo e conosce bene l’effetto di quel sonnifero e ora si diverte. Si prende il suo tempo. La provoca.
    
    Non so perché ma’faccio fatica a parlare. Ho la bocca impastata. Ho bisogno di un altro sorso.
    
    ‘Visto caro? la nostra amichetta si diverte a fare la gradassa ma non sa reggere neppure una limonata’.
    
    Subito. Vuoto il bicchiere ...
    ... avidamente. “Ma vaffanculoio adesso io’ ” Cristo che stanchezza.
    
    Io ancora non comprendo ma effettivamente noto qualcosa di strano nel comportamento della poliziotta, ignaro del fatto che Agnese abbia precendemente messo il potente sonnifero nella preparazione per la limonata.
    
    Tento di alzarmi ma ricado sulla sedia.
    
    Come se improvvisamente la sua spavalderia iniziasse a scemare attimo dopo attimo
    
    Sempre più stanca Istintivamente allungo una mano verso di lui.
    
    Agnese ora la osserva con un sorriso beffardo.
    
    “Aiutami un attimo ad alzarmi, scemo”
    
    Mi lascio raggiungere dalla sua mano. Sentire il suo tocco &egrave per me come un momento di intimità.
    
    “Io non mi sento molto bene &egrave meglio che vada adesso’ ”
    
    Anche se seguita a chiamarmi in malo modo.
    
    Anche la vista non &egrave più molto lucida. Lascio che quel contatto non si interrompa. I contorni del volto della vecchia stanno cambiando.
    
    Prendo la sua mano cercando di capire cosa effettivamente dovrei fare.
    
    Ho la mano sudata.
    
    La sua mano nella mia. Quanto vorrei accostarla alle labbra e baciarla.
    
    Il viso della vecchia &egrave adesso una maschera deforme. Non mi piace. Non mi piace come sta evolvendo la situazione e voglio andarmene. Anche la sua voce &egrave deforme anche se capisco ancora bene quello che dice.
    
    Provo a sollevarla, ad aiutarla. Forse vuole solo stendersi un attimo sul divano penso ancora impacciato su cosa fare. E’ Agnese che interviene. Come sempre prende in mano lei la ...
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