1. Amanda


    Data: 02/09/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti

    Le corde mi cingevano il corpo, ma non l’anima. C’erano candele ovunque, oltre a una luce soffusa che dava l’impressione di uno scuro crepuscolo. Avevo le braccia legate assieme, e appese sulla testa. Vedevo il mio corpo, segnato dal mio intimo di pelle. Le mie gambe spalancate, con le calze che terminavano con una sorta di guêpière e, sopra, uno slip in pizzo. Indossavo un paio di guanti che mi conferivano un non so che di nobile.
    
    Robert mi guardò. Stava fumando una sigaretta. Le mie gambe, ciascuna legata ai montanti del letto, erano aperte, la mia vulva offerta.
    
    Robert continuò a guardarmi, sembrava pensieroso. Lasciò cadere la cenere nel bicchiere vuoto e si avvicinò a me. Cominciò ad accarezzarmi lentamente, in modo molto delicato. Mi sentivo prigioniera, ma ero consenziente e tutto questo mi faceva sentire paradossalmente libera. Libera di godere.
    
    Robert avvicinò la sigaretta al mio corpo. Le tenne ad un paio di centimetri, ne sentivo il calore, ma non mi bruciò. Una sensazione strana. La mano nera di Robert mi eccitava oltremisura.
    
    Tutte le possibili sfaccettature del sesso mi intrigavano. Ero una donna indipendente, sempre alla ricerca di emozioni estreme.
    
    Avvertii il calore della sigaretta accesa salirmi piano piano fino all’interno coscia. Arrivò quasi al pube mentre inarcavo la schiena per l’eccitazione, ma Robert non si soffermò e risalì verso i miei capezzoli. Era tensione pura, la pressione del desiderio nelle mie vene, nella mia anima. Le punte ...
    ... dei miei capezzoli sentirono subito un dolce calore che li avvolgeva. Pur rimanendo distante abbastanza da non bruciarmi, lambiva i miei capezzoli con la sigaretta accesa, rendendoli incandescenti. Poi, di colpo, me li baciò, inumidendoli e ci soffiò sopra. Passai da una bruciante sensazione di calore ad una deliziosa freschezza.
    
    Robert era tra le mie cosce, le spalancò ulteriormente con le sue grandi mani e affondò la sua testa nera nel mio intimo.
    
    La sua lingua premeva attraverso il tessuto setoso e bagnato dei miei slip. Il mio clitoride era un ascensore per il paradiso. La sua lingua era esperta e guardare le mie cosce bianche attorno a quel collo scuro mi faceva bagnare ancora di più.
    
    La sua testa si alzava, o si piegava. Sentivo la sua lingua andare su, di lato... sposare i contorni del mio clitoride. Legata com’ero, ero arresa a lui, o meglio, al piacere che lui mi dava.
    
    “Voglio vedere in te” disse.
    
    Mi strappò letteralmente le mutandine facendomi emettere un gridolino di sorpresa. Non me lo aspettavo. In realtà, con Robert, avevo imparato che non dovevo mai aspettarmi niente, o meglio, che dovevo aspettarmi l’inaspettato. Ogni volta, era diverso.
    
    Mi infilò immediatamente due dita nella fica. Subito dopo Quelle dita diventarono tre, poi quattro, poi riuscì a penetrarmi con l’intera mano. Non fu doloroso come mi sarei aspettata. Ero così bagnata che, malgrado la mole della sua mano, riusciva ad infilarla quasi completamente fin dentro le mie viscere. Mi ...
«123»