Mia moglie, io e l’altro Terza e ultima parte
Data: 28/08/2020,
Categorie:
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu
... da te, altrimenti tanto vale fare un palazzo nuovo. Io al tuo “gioco” non gioco più. Non so da dove mi uscì questo ragionamento, fu una cosa improvvisata ma dovette uscirmi da dentro. Ero stato molto deciso e chiaro onde evitare fraintendimenti. Le dissi :dentro o fuori, non si gioca più. Mi alzai dal tavolo anche se avevamo appena cominciato a mangiare, ma mi era passato l’appetito e mi serviva aria fresca. Dissi: adesso devo uscire non so a che ora torno; se vuoi parlarmi telefonami quando vuoi domani che ci mettiamo d’accordo su quando vederci. Uscii subito da casa, ero incazzato nero; mentre uscivo la vidi al centro della stanza, le braccia abbandonate lungo il corpo, il viso affranto, ma non mi fece pena. In strada chiamai Luciana e le dissi brevemente di quanto avvenuto, mi disse : era ora che ti svegliassi e mi invitò da lei a completare quel pranzo che non era quasi iniziato. Quella sera mi fermai per la prima volta a dormire da Luciana. Lo dicemmo a tavola al ragazzo inventando una scusa e che avrei dormito sul divano in soggiorno E davvero dormii sul divano dopo aver fatto sesso nel lettone dove dormiva lei; al mattino andai direttamente in ufficio Per fortuna era un giorno carico d’impegni lavorativi che non mi fecero pensare ad altro. Monica mi telefonò per chiedermi se cenavo a casa, le dissi che non sapevo perché dovevano confermarmi un impegno. Più tardi ebbi la conferma dell’impegno e le mandai un wats up, non avevo voglia di parlarle, per dirle che sarei ...
... tornato tardi. Quella sera ebbi una piacevole cena di lavoro; il mio ospite era un inglese, una persona gradevole ed arguta. Dopo cena lo accompagnai al suo hotel dove prendemmo il bicchiere della staffa, più d’uno; non avevo una gran voglia di tornare a casa. Era l’una passata quando aprii la porta di casa, entrando in soggiorno vidi che il divano d’angolo era illuminato da una luce soft , in contemporanea vidi mia moglie alzarsi dal divano. Era ancora vestita da ufficio. Mi fu spontaneo chiederle: sei arrivata da poco? Come mai sei ancora vestita da ufficio? ( pensavo fosse stata da lui). Rispose: no, sono rientrata verso le otto e non mi sono ancora cambiata. Contai mentalmente: sono passate cinque ore dal rientro cosa avrà fatto? Non sapevo cos’altro dirle. Le chiesi: hai mangiato? Disse: no, ti aspettavo. Ma ti avevo scritto…hai letto il wats up? L’ho letto, ma pensavo fosse una scusa e che saresti rientrato prima; volevo parlarti subito. Mi incazzai: non era una scusa, ( non ne ho bisogno avrei voluto aggiungere, non sono come te che per un anno mi hai mentito, ma mi morsi la lingua e tacqui) comunque sono qui, dimmi. Gli occhi bassi, la voce fievole , non aveva più la consueta sicurezza : ho visto lui . Io: ahh, visto? Dovette scapparmi un sorriso amaro;( quel “visto” per lei poteva intendere molte cose ). Lei, piccata: si solo visto; ci siamo incontrati durante il pranzo al ….,(un ristorante in centro città),e ho chiuso per sempre con lui. Voglio te, solo te. Rimasi ...