1. La lunga notte – cap. 8


    Data: 24/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... guardo con aria interrogativa “Cosa vuoi dire?” “Che se vuoi veramente ascoltare la registrazione devi avvicinarti, perché dal cellulare si sente poco altrimenti.” dice sornione mostrandomi il telefonino nel palmo della sua mano. “Togliti pure la giacca e vieni qui.” Resto ferma un attimo a riflettere, poi mi alzo, mi sfilo la giacca e giro intorno alla grande scrivania. “Ecco brava, ora facciamo così, tu inizia a farmi un bel pompino, ed io, mentre me lo succhi con tanto amore, ti faccio sentire la registrazione.” “Sei solo un grandissimo bastardo” dico fermandomi. “Come vuoi, se non ti interessa…” risponde rimettendoselo in tasca e guardandomi. Lo fisso negli occhi, potrei incenerirlo. “Ok” capitolo abbassando lo sguardo. Ho bisogno di sapere cosa c’è, cosa ha veramente in quel cazzo di cellulare. Mi guarda senza parlare, sorridendo in attesa che mi muova. Mi avvicino mentre lui ruota la poltrona verso di me. Le mie ginocchia scendono sul pavimento mentre lui giocherella nuovamente con il cellulare. Le mie mani slacciano la cintura, la zip scivola mentre i pantaloni si aprono. Gli abbasso i boxer, poi senza dire nulla la mia bocca si appropria del suo cazzo. Sento un mugolio sordo di soddisfazione. Le mie labbra percorrono più volte l’asta già perfettamente dura, una mano si appoggia sui miei capelli, mentre l’altra mi infila nell’orecchio un auricolare. Continuo a lavorarlo con la lingua sulla cappella, e sento il click di un tasto. Nitida dal piccolo altoparlante ...
    ... arriva la sua voce e quella di Valjet con il suo accento straniero. Poi la mia in distanza che si avvicina. Le voci sono chiarissime, soprattutto da quando salgo in macchina. C’è tutto il dialogo e la situazione è più che evidente. La registrazione termina con il mio “Sei un bastardo, un figlio di puttana, un essere ripugnante”. Per tutto il tempo ho continuato a succhiarlo, ad accoglierlo tra le labbra, a blandirlo con la mia lingua. “Bene – esordisce posando il cellulare sulla scrivania – se pensi che non abbia nulla puoi anche andartene. Altrimenti finisci bene il tuo lavoro e non sporcare in giro.” Sono un automa, è chiaro che quella registrazione mi inchioda. Cerco di ragionare ma non ci riesco, mentre la sua carne entra ed esce dalla mia bocca. Il suo orgasmo mi sorprende mentre sento il cazzo che comincia a riversare fiotti di sperma nella mia bocca. Ingoio continuando a succhiare, fino a quando non sento che la sua erezione comincia a cedere. Un ultimo sussulto e posso abbandonarlo asciugandomi le labbra con il dorso della mano. Mi rialzo lentamente, mi tremano le gambe. “La pagherai. Non so come, non so quando, ma la pagherai” non lo dico, è solo il mio pensiero, ma evidentemente il mio sguardo mi tradisce. Le sue parole sembrano quasi una risposta. “Non prendertela, dai. Chissà, potrebbe persino essere divertente, no?” Ride. “Stronzo” “Stronzo?” il suo sguardo adesso si fa duro, nonostante il sorriso sulle labbra. “Ok, ti avevo promesso di portarti a pranzo. E mantengo ...