1. Due sorelle spinte al limite


    Data: 18/08/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: LucasFromParis, Fonte: Annunci69

    Vidi la donna parlottare confusamente al telefono. Impallidire. Poi arrossire. Appariva imbarazzata e credo avrebbe voluto scomparire all’istante. Eppure, i segnali premonitori avrebbero dovuto farci capire subito il tragicomico epilogo. L’uomo misterioso con cui si era accordata per una serata speciale non rispondeva da alcune ore né alle telefonate né ai messaggi che lei mandava ansiosamente. Un silenzio totale. Oggi lo chiamano ghosting. In queste situazioni ci si danno mille spiegazioni (è impegnato, non ha letto..) e via via si insinua il sospetto che dall’altra parte ci sia un semplice e implicito rifiuto. Lei, con il suo vestitino nero corto, le autoreggenti e il tacco alto era pronta alla sua serata di erotismo. Tutto era pronto, tutto meticolosamente organizzato. Ma crollò. Inevitabilmente Nel modo più beffardo e ironico. Dall’altra parte del telefono, dopo che aveva finalmente deciso di rispondere quando ormai era sera passate, non c’era un uomo. C’era un ragazzino. Confessò di avere 15 anni e di aver semplicemente voluto scherzare. Non sarebbe ovviamente venuto; nel luogo dove avevamo deciso di recarci non sarebbe neppure stato ammesso. Povera! Da un lato mi dispiaceva per lei. Ma dall’altro una certa perfida soddisfazione mi stava invadendo lo spirito. Ormai era incastrata: non poteva sganciarsi, non aveva modo di tornare a casa sua che distava molti chilometri, perché non era venuta da sola.
    
    Sua sorella, anche lei magra, slanciata e vestita allo stesso modo ...
    ... era con lei. Giunte con la stessa automobile. Sapevo che era in trappola. Sapevo che non avrebbe avuto modo tirarsi indietro. Era tardi. Era troppo tardi per lei. Lo sapeva lei, lo sapeva la sorella. Lo sapevo io. Ne avrei approfittato senza alcun ritegno. Non avrei dato tregua. Era quello il momento e lo avvertivo con sicurezza. Ci sono momenti in cui un uomo sa esattamente cosa fare. Cosa dire. Come farlo. Soprattutto quando farlo. Il momento era esattamente quello. Le guardai ironico, divertito. Ma soprattutto le guardai in modo dominante. Ricordo le parole esatte che pronunciai malizioso: “ragazze, ora cosa facciamo?”. Silenzio. Si guardarono senza osare una replica. Cosa c’era da dire infatti? Quale risposta avrebbero potuto dare? La mia frase successiva fu senza appello. Un solo ordine secco che non ammetteva, neppure lui, replica. Mi sedetti sul divano. Allargai le gambe. “In ginocchio ragazze, tutte e due”.
    
    Le cose si stavano mettendo decisamente bene per me. Non l’avevo pianificato. Era successo e basta. La prima sorella, P., era una mia compagna occasionale di giochi da qualche settimana. Abitava lontana dalla città dove vivevo, ma le piaceva molto passare momenti con me. Ogni tanto veniva a trovarmi. A casa e perfino in ufficio. Non era una relazione e in realtà non avevamo molto da dirci. Al tempo ero molto meno sensibile e interessato al concetto di connessione che oggi invece ritengo così fondamentale. Quello era sesso, solo sesso. Crudo e diretto. Aveva un ...
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