La collega di lavoro (parte 1)
Data: 05/08/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Nadia89, Fonte: EroticiRacconti
... meraviglioso. "Oh Mile ... oh Mile ..." sussurro, come se ripetendo il suo dolce nome come un mantra potesse fare diventare ciò che immagino reale.
I movimenti delle mie dita si fanno sempre più frenetici, inarco la schiena come se i miei muscoli fossero paralizzati da una contrazione tetanica mentre mi godo un orgasmo furioso e fantastico. Lancio un urlo liberatorio nel cuore della notte, mentre sento la mia vagina pulsare come il mio cuore, di una meravigliosa libidine.
I miei muscoli si rilassano, e mi abbandono nell’abbraccio delle coltri, ansimante e soddisfatta.
Mi assopisco, quando sento un suono … una specie di ronzio indistinto che non capisco cosa sia.
“Il campanello!” penso, sgranando gli occhi. Qualcuno sta suonando alla porta.
Guardo la sveglia: “Ma chi è quel coglione che suona il campanello all’una di notte!?!” mi dico, mentre indosso un paio di pantaloni della tuta ed una maglia. Sotto sono nuda, non ho tempo di indossare niente altro.
Accendo la luce dell’ingresso e mi avvicino alla porta. Guardo dallo spioncino, e poi sospiro scuotendo la testa. E’ il signor Maresca, il mio vicino di casa. Un anziano pensionato che vive con sua moglie.
Apro leggermente la porta, lasciando inserita la catenella: “Salve signor Maresca. Mi dica, cosa è ...
... successo?” domando con voce assonata che dissimula la mia irritazione.
“Mi scusi sa signorina se le ho suonato, ma ho sentito un urlo provenire dal suo appartamento. Sa io e mia moglie ci siamo preoccupati, so che vive sola e abbiamo pensato che magari stava male … o che qualcuno le stava facendo male!”
Scoppierei a ridere, ma mi trattengo. Forse il mio urlo liberatorio quando ho avuto l’orgasmo è stato veramente troppo forte.
“Grazie signor Maresca, probabilmente ho avuto un incubo … mi scuso se vi ho svegliati, non volevo …”
Il volto dell’uomo, visibilmente preoccupato, si rasserena: “Oh non si preoccupi, so che lavora tanto … mi raccomando, per qualsiasi cosa non esiti a suonare …” mi dice, restando sempre li in piedi davanti alla porta. Non mi sembra il caso di invitare ad entrare in casa un pensionato all’una di notte, quindi lo ringrazio ancora e gentilmente lo saluto.
Torno in camera da letto, ridendo a crepapelle. Quando ero andata a letto quella sera ero stanca e di pessimo umore. Adesso mi sentivo bene ed ero appagata, mentre scivolavo nel letto. “Un ditalino e una risata possono cambiare la giornata!” mi dico, appuntandomi questa frase nella mente come prossima massima di vita.
Spengo la luce e mi addormento subito.
A presto per la prossima puntata! :)