La collega di lavoro (parte 1)
Data: 05/08/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Nadia89, Fonte: EroticiRacconti
... questi casi: con cortesia e distacco. E questa cosa intimamente non può che farmi piacere.
Instauriamo un buon rapporto, mi piace insegnarle il lavoro e la vedo molto portata. E’ una di quelle ragazze che, per la presenza e per le capacità, è destinata a fare una brillante e rapida carriera.
Un giorno, davanti ad una tazza di caffè, mi fa: “Stai bene con quella pettinatura.”
Le sorrido, solo lei si è evidentemente accorta che la mia acconciatura era cambiata, i miei capelli lunghi avevano lasciato il posto da un taglio simile a quello di “Valentina”, il celebre personaggio dei fumetti di Crepax. Le sorrido, compiaciuta: “Ti ringrazio” poi mi lascio scappare, sospirando: “Almeno qualcuno l’ha notato!”
Bevo il mio caffè, vedo che mi sorride a sua volta. “Non credo di averlo notato solo io. Stai proprio bene!” aggiunge.
Mi guardo intorno per assicurarmi che non ci sia nessuno in ascolto, poi le rispondo: “Credo che i nostri colleghi vedano di me solo una che lavora senza risparmiarsi e che incute timore a tutti. Lo sai come mi chiamano tra loro? “Il generale” mi chiamano …” rido scuotendo la testa, poi aggiungo scherzando: “Poi adesso hanno ben altro da vedere!”.
La guardo dritta nei suoi occhi di ghiaccio, lei capisce ed annuisce: “A volte vorrei essere invisibile!” afferma con tono mesto.
Resto stupita dalle sue parole: “Ma non dirlo nemmeno per scherzo. Sei una bella ragazza, giovane e molto in gamba. Che male c’è?” poi preoccupata aggiungo: “Se qualche ...
... collega ha esagerato con qualche avance non esitare a dirmelo, gli faccio un culo che si pentirà di essere nato!”
Sorride a questa mia preoccupazione: “No no, è tutto apposto. Grazie!”
Restiamo per un attimo in silenzio, poi mi dice: “Mi farebbe piacere passare un po’ di tempo con te fuori dal lavoro, se ti va. Ti andrebbe di venire una sera a casa mia per cena?”
Resto un attimo spiazzata, ma mi riprendo subito: “Certo, volentieri. Quando?” “Giovedì sera ti andrebbe bene?” “Perfetto!”
E’ martedì. Nel tardo pomeriggio ci lasciamo salutandoci come sempre. Torno a casa, sono stanca. Dovrei fare la spesa ma fanculo, anche questa sera un bel tonno in scatola.
Mi metto sotto la doccia, sento l’acqua calda che scorre a piccoli rivoli sulla mia pelle. Mi insapono e mi lavo come sempre, ma mi sento diversa. E’ come se il mio corpo fosse li dove deve essere, ma la mia testa fosse staccata dal corpo e galleggiasse in un mare agitato.
Consumo la mia frugale cena e mi metto sul divano, come tutte le sere da anni. Accendo la tv, i miei occhi sono fissi sull’ennesima stronzata ma,
come prima, la mia testa è altrove.
Mi metto a letto, mi sento molto stanca. Chiudo gli occhi, mi giro in ogni posizione possibile ed immaginabile ma non riesco a prendere sonno.
C’è un pensiero nella mia testa che non riesco ad afferrare. Allungo il braccio, saltello come una dannata ma proprio non ci arrivo. Sento che lo sto sfiorando con le dita ma non ci arrivo.
Improvvisamente poi ...