1. L'ultimo giorno d'estate (stregatta)


    Data: 27/07/2020, Categorie: pulp, Autore: Capitan_America, Fonte: EroticiRacconti

    ... un pulmino e lo trasformiamo in uno scuolabus del cazzo. C. A. -
    
    - Comunque Elle diceva che la storia della tipa è abbastanza strana. E' scomparsa in quella casa quando aveva quindici anni. Per qualche tempo hanno pensato a una fuga, a uno di quei colpi di testa da adolescenti. C_Ca -
    
    - Cioè? Spiegati meglio. Cosa sono quei colpi di testa da adolescenti? Lucky_Star -
    
    - A bella mia, io conosco solo i colpi di sole. Avevo proprio bisogno di schiarirmi i capelli. Pasticcina -
    
    - Io invece ricordo bene i due colpi che mi sono fatta dare da C. A. la settimana scorsa. Raven -
    
    - Che zoccola, avevi detto che andavi dalla nonna...Lucky_Star -
    
    - Poi hanno aperto un'indagine per la scomparsa, ma non è mai approdata a nulla...C_Ca -
    
    - Ma...Lucy ha aperto un'agenzia investigativa dell'occulto? C. A. -
    
    - Ho un paio di jeans elasticizzati nuovi. Lucky_Star -
    
    - ...e quando è che ci vediamo? C. A. -
    
    - Rasata. C_Ca -
    
    - Idem. Raven -
    
    - Beh, dopo i colpi di sole c'era ancora un po' di tempo, quindi...Pasticcina -
    
    - Anche la mia. Sei svenuto? Lucky_Star -
    
    - No, si è bruciato lo zabaglione. C. A. -
    
    Tutto quel parlare di fica rasata mi aveva fatta eccitare, quando ho chiuso il portatile non riuscivo a prendere sonno. Ho preso un po' dell'erba di Rebecca dallo zaino e mi sono messa a fumare alla finestra. Avevo lasciato un piccolo spiraglio, soltanto per soffiare fuori il fumo. La playlist di C. A. nell'Hi Phone non mi era mai sembrata così ...
    ... coinvolgente, quel pezzo sulla tizia con la luce negli occhi e l'eclissi mi stava facendo venire i brividi, o forse era colpa della bufera di neve che si insinuava sotto la mia camicia da notte con i cuoricini. Ho chiuso gli occhi e ho immaginato di essere abbracciata a C. A. Facevamo l'amore di fronte ad uno specchio, mi stava baciando sul collo. Per una frazione di secondo, ho guardato nello specchio, soltanto per accorgermi del sangue sul mio corpo. Scendeva lentamente dal punto in cui si erano posate le labbra di C. A. Poi lo specchio è andato in frantumi, i frammenti sono crollati uno dopo l'altro, al rallentatore. Oltre lo specchio rotto un'altra visione di noi due: ero aggrappata a lui, intrecciavo le gambe intorno alla sua vita, le braccia appese al collo. Lui mi aveva messo sulle spalle il suo giubbotto di pelle. Una croce nera rovesciata sul petto nudo. Mi teneva stretta a sè mentre una pioggia di sangue torrenziale infuriava sui nostri corpi intrecciati. Quando mi sono svegliata ho ricordato una vecchia canzone di Bonnie Tyler, quella sulla luce negli occhi e l'eclissi del cuore.
    
    A colazione la mamma mi ha fatto una marea di paranoie sul mio aspetto, ho buttato giù le fette con la marmellata e il caffe-latte senza pensare. Dopo un po' si è dovuta arrendere al mio sorriso ebete e anche se incredula per il duello mattutino mancato, mi ha lasciata perdere. Si stava ancora raccomandando di chiamare appena arrivata, io ho tagliato corto: "Il pullman", poi sono uscita. Il sogno ...
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