Avventure di uno qualsiasi – Caer en la garras
Data: 16/04/2018,
Categorie:
Anale
Autore: inciu, Fonte: xHamster
... in pochi anni la città è cambiata, sia come viabilità che zone più o meno animate di notte. Così mi imbatto in vecchie conoscenze, sulla strada da dieci anni e forse più. Arrivo a una rotonda, vedo un auto e vicino due tipe niente male. Una mora dalle forme generose, una più piccola e magra, castana coi colpi di sole, curve e gambe che il fisico sembra disegnato per far correre le mie mani su di lei. Il mio cervello si è convinto che bisogna andare avanti e così mi fermo da lei. Due saluti e poi espone il menù, va bene, sali. Andiamo nella zona artigianale lì vicino, decido di avere il minimo, mi farò solo fare un pompino, tanto per farmi svuotare da mesi di inattività. Inizia a lavorarmi l’uccello, sempre su e giù ma mette saliva succhiando come se fra me e la sua bocca non ci fosse il preservativo. In una ventina di minuti vengo, una vita per me e per lei, che alla fine me lo fa notare, poi mi butta una battuta, se andavamo in camera sai come me la godevo, poi ride. Unico momento dove a perso la sua raffinatezza, fra la battuta e la risata. Le dico che se il problema era quello, bastava che mi girasse il suo numero, sabato sarei stato libero e al pomeriggio passavo da lei e la facevo godere. Lei, lusingata dai soldi che le avrei dato, mi da il numero.
Sabato 9 novembre, la chiamo, lei sorpresa mi dice dove si trova e di andare lì vicino, quando sarebbe arrivata mi sarebbe passata davanti e assieme saremmo saliti nell’appartamento. A piedi mi avvio nel centro storico ...
... della città, dove ho passato molte giornate, un dedalo di via dove è impossibile che mi perda anche se sono anni, decenni che non le facevo, nel mentre pensavo a Maria, la ragazza che dovevo andare a incontrare, sudamericana, argentina, stessa mia età, quarant’anni. Arrivo al punto dove mi ha detto, la aspetto sui gradini di un vecchio palazzo del ghetto della guerra. Sento dei passi veloci, non sono scarpe con i tacchi o stivali, ma di scarpe normali da ginnastica o street walking. Mi giro ed è lei, sorridente.
“Ciao Inciu, come stai?” “Ciao Maria,tutto bene! Che bello vederti così sorridente, mi sembravi incavolata l’altra volta” “Si è tornato a importunarmi uno estronzo, che ha tirato sotto anche una mia amica due anni fa, non ha fatto nulla questa volta, ma mi sfa incavolare quando lo vedo.” “Capisco,mi spiace, sta meglio al tua amica?” “Si è tornata a Buenos Aires, i suoi non sapeva quello che faceva in Europa e quindi è tornata a casa. Ha cambiato vita, fa la bambinaia, la colf e serve in un bar la sera. Sta bene, di fisico e di testa. Son contenta per lei. Lei tiene mia figlia, mi fido come di una sorella.” “Hai una figlia? Che bello” “Si, quattro anni a giugno, sono single, non voglio sotrie, ho ricevuto una delusione immensa, voglio fare soldi, poi ritirarmi in argentina, prendermi una casa fuori aires e poi lavorare la terra, ho visto un terreno e vorrei farci un giardino e vendere le verdure e i frutti da me coltivati.” “Che bei sogni, semplici, ma bellissimi, fuori ...