1. La ragazza troppo bella-Parte 1


    Data: 24/07/2020, Categorie: Etero Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti

    ... paura. Disposta a tutto, non proprio a tutto. Tutto per me significava dalla lavapiatti, cameriera, alla domestica. La mia era una vera e propria fuga e tale doveva rimanere. Tornare a Napoli era fuori questione. Con i pochi soldi che avevo, presi una stanza in un albergo in periferia. Ci misi poco a trovare lavoro. Ovviamente, nella condizione in cui ero, avevo bisogno di aiuto. E chi ha bisogno di aiuto ha due scelte: rimanere nell'assurda dignità, o uscire allo scoperto. Lo feci con la cameriera dell'albergo che lo fece con il proprietario che lo fece con i suoi amici, ed il risultato fu che cominciai tre giorni dopo il mio arrivo a lavorare in un bar a Pomezia. Il mio datore di lavoro mi diede una stanza sopra il bar. Era sposato ed aveva tre figli, ma non smise mai di provarci con me. "Quanto sei bella!" mi diceva sempre. Più di una volta, quando era sicuro che nessuno guardava, mi toccava il culo. Difatti cercavo sempre di non essere mai da sola con lui. Non era un uomo bello, ma più di tutt'altro, nemmeno pulito. Il suo odore mi dava il voltastomaco. Ma avevo bisogno di lavorare, e questa situazione mi permise di imparare parte di meccanismi che per me sarebbero stati fondamentali. Gli uomini sono prevedibili, banali, e dozzinali. Da bella donna, avevo un potere che a Napoli non mi era mai stato dato usare sia per i miei genitori che per la pericolosità della città. Presto, imparai ad usarlo.
    
    Fu una mia collega del bar a portarmi a ballare per la prima volta. ...
    ... Sapevo ed amavo ballare. Ero cosi eccitata dopo due mesi dal mio arrivo a Roma dove la paura era stata la mia compagna escludendo il ludico che passai la giornata cosi di buon umore che il capo mi chiese cosa succedesse. Ballare...
    
    Sapevo ballare. Lo facevo sempre nella mia stanza. Le poche volte in cui uscivo. E ballavo bene. Avevo parlato dei miei piedi, delle mie gambe, forse un pò del mio culo, ma il resto del mio corpo seguiva la logica dal basso. Un metro e ottanta per sessantacinque chili. Mora con i cappelli ricci, la bocca carnosa ed il naso piccolo ed alla francese. I miei occhi erano verdi e chiari. "Ci si riflette nei tuoi occhi". Quante volte l'ho sentita questa frase.
    
    Uscimmo e ballammo. Uscimmo con degli amici di Anna ed uno di loro mi stette vicino per tutta la serata e chiese il mio numero di telefono a fine serata. Non glielo diedi. Non volevo per ora intraprendere niente. E poi ad essere sincera, non mi ispirava granché. Nel corso della serata, qualche ragazzo carino si era avvicinato o mi aveva guardata, ma la presenza degli altri li aveva scoraggiati. Peccato...
    
    Continuai ad uscire con Anna per un altro mese prima di conoscere un uomo che mi piacque. Un uomo che nel giro di poco cambiò totalmente la mia vita. Era ricco. Faceva affari. Cose in borsa mi pare. Poco mi importava. Ci conoscemmo in discoteca. Fu lui a notarmi e mandò una cameriera con una bottiglia di Veuve Clicquot al tavolo dov'ero con Anna ed altri. Fu sgarbato. Gli amici cominciarono a ...
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