Io e Giovanni Parte quinta
Data: 24/07/2020,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
... disposto a donarti. Con queste parole invitò Giovanni ad appoggiare la cappella al mio sfintere caldo e lubrificato e con tutte le attenzioni che poteva, entrare. Ero timoroso, il mio cazzo si andava ammosciando, speravo che la cosa dissuadesse la donna nella sua sodomitica regia, invece per tutta risposta, sfilandosi dalla mia “monta”, si mise a sedere accomodando la mia testa come un cuscino sulla sua pancia calda e morbida. Guidando con le mani il cazzo di Giovanni sulla mia rosetta che andava allargandosi.
Sentivo quel palo di carne farsi strada. L’amico non proferiva parola, la donna incalzandolo a spingere piano, dimostrava di non voler demordere dalle sue intenzioni e inesorabilmente sentii che il cazzone dell’amico era dentro di me, caldo e pulsante. Cercai di aspettare, (come più volte avevo sentito i miei amanti), per capire quando una volta adattato lo sfintere, avrei iniziato a sentire piacere. Fu inutile, sentivo quel corpo estraneo dentro il mio corpo, enorme ed ingombrante. Sapevo che era il mio amato amico Giovanni, e cercai disperatamente di provare a goderne, ma fu tutto inutile.
Il dolore scemava pian piano, Lidia aveva usato anche una pomata anestetica, ma non riuscivo a provare piacere, sopportavo la manovra perché sentivo che lui stava godendo, e dopo alcuni minuti, l’amico scivolò sopra la mia schiena e mi chiese dove avessi voluto sentire il suo piacere. Gli risposi di donarmelo dove meglio desiderava e lui rispose che voleva lasciarlo nel mio ...
... corpo, come amava sentirselo lui. Dopo poco percepii chiaramente l’esplosione dell’orgasmo ed i cinque caldi fiotti che invadevano l’intestino. Rimase ancora fermo dentro di me e mi sentii a disagio per non aver manifestato il minimo apprezzamento per quello che aveva fatto.
Lui mi chiedeva di sborrarmi dentro ed io mi sono limitato ad acconsentire. Come per farmi perdonare, allungai le mani e accarezzandogli i glutei lo invitai a rimanere in quella posizione.
In realtà non vedevo l’ora di espellere quell’enorme corpo estraneo e anche se amavo l’amico, non riuscivo capacitarmi di come Giovanni riuscisse a godere di tutti gli assalti che il mio cazzone gli procurava, comprese le abbondanti sborrate. L’amico aveva capito che non avevo gradito la pratica, si tolse subito e mi sussurrò all’orecchio le sue scuse per non essersene accorto prima. Balbettai qualcosa che si perse tra il cambiamento coreografico di Lidia che mi invitò a stendermi supino e con Giovanni, in tandem, mi procurarono un rilassante orgasmo orale, leccando ogni goccia del mio piacere.
Salutammo Lidia ringraziando per l’ospitalità, anche a lei risultò chiaro che la scena della mia sodomizzazione aveva portato una nube scura all’episodio del pomeriggio e nel congedarci, disse che la prossima volta sarebbe stato meglio evitare passi falsi per non rovinare il piacere del terzetto. Io minimizzai dicendo che ognuno doveva fare la sua parte ed era giusto così, ma in cuor mio ero da una parte soddisfatto di ...