Quando notai la bellezza del corpo degli uomini (parte 1)
Data: 24/07/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: AriaNapoli, Fonte: Annunci69
... così diverso dal mio, scappellato e con un bel ciuffo di peli arruffati.
Perciò mi masturbavo infilando qualcosa nell'ano, o schiaffeggiandomi le chiappe.
La prima volta che feci l'amore fu con una ragazza e lo ricordo con angoscia e vergogna. Infatti fu molto imvarazzante: ci baciavano, ci toccavamo e quando provai a penetrarla venni dopo pochi secondi, colto da un orgasmo più mentale che fisico.
Al contrario ricordo con grande piacere la prima volta che sentii un cazzo entrare dentro di me: all'inizio bruciava, ma il dolore lasciò presto il passo ad un senso di pienezza, al senso di unione e di meraviglia.
L'occasione capitò improvvisamente, senza che l'avessi cercata, come se stesse aspettando proprio me da sempre, o forse da mai, come se quel preciso momento fosse uscito da un letargo lungo più del tempo del mondo, come se due mondi diversi, in viaggio ciascuno intorno al proprio sole, in quell'attimo infinitamente lungo si erano trovati abbastanza vicini da baciarsi silenziosamente e di nascosto da tutti, scambiandosi sotto le stelle, al posto della saliva, un pezzo di destino e di tempo masticato, creando un salto nella trama della materia dove io mi trovavo.
Generando, insomma, un caso così meravigliosamente caotico e allo stesso tempo organizzato, che vien da chiedersi se questi due mondi, in realtà, non stiano facendo l'amore da sempre e da oltre, generando continuamente così tanti piccoli traumi al fluire normale del tempo e dello spazio, che noi ...
... non riusciamo a distinguere cosa appartiene a questo o a quell'altro universo.
La sera autunnale si affrettava a scendere rapida, silenziosa ed indisturbata, cogliendomi di sorpresa. Avevo studiato tutto il pomeriggio a casa di un amico di università, quando forti tuoni ci fecero rendere conto che il tempo era volato, si era fatto tardi e minacciava pioggia.
Saluto frettolosamente e scappo verso la stazione di Napoli, per cercare di non perdere il mio treno.
Sono in ritardo e decido di cercare una scorciatoia tagliando per le viuzze di un quartiere che conoscevo poco.
Gocce sempre più pesanti cominciano a scendere rapidamente e, com'era prevedibile, in men che non si dica si scatena un vero diluvio. L'acqua sembrava venire da ogni direzione, trascinata da quell'orgasmo cosmico in mezzo al quale mi trovavo inconsapevolmente.
Senza ombrello guadagno un riparo di fortuna sotto lo stipite della porta di un magazzino sormontato da un provvidenziale cornicione sporgente.
Mi schiaccio contro la saracinesca arrugginita come fosse il più comodo dei materassi. Ho freddo, non c'è un'anima, è tutto buio e non so nemmeno dove mi trovo, non mi resta che aspettare che la pioggia rallenti, ma ormai il mio treno è partito e dovrò aspettare un'ora per il prossimo.
Il tempo scorre lento, i miei pensieri si accalcano gli uni sugli altri creando nella mia testa una sorta di vuoto. Cerco di calmarmi e di non drammatizzare, ma ho paura di perdere anche l'ultimo treno, penso a ...