La banconota
Data: 22/07/2020,
Categorie:
Etero
Autore: VulcanicaMente, Fonte: Annunci69
Fra le tante strambe situazioni in cui ho sguazzato durante questi trent'anni, la storia della banconota è quella che ricordo con maggior piacere.
Avevo appena compiuto ventisette anni, l'età della morte di molte icone della cultura popolare contemporanea, e mi sentivo speciale, come se fossi benedetto dall'aura di quelle leggende.
A 'sto giro il compleanno era più che mai simbolico perché sembrava il coronamento definitivo del mio sviluppo in quanto uomo.
Dopo l'adolescenza tortuosa e un difficile rapporto col gentil sesso, ero riuscito gradualmente a smontare le insicurezze psicofisiche grazie alle esperienze di studio e di vita che mi portarono ad avere finalmente consapevolezza dei miei mezzi. Insomma, mi affacciavo verso i trenta, con oltre centonovanta esuberanti centimetri, un cervello ancora più selvaggio e il favore divino delle stelle, deciso ad affrontare ogni sfida all'arrembaggio, sicuro di poter conquistare tutti i porti all'orizzonte.
E gli eventi parevano darmi ragione.
Pochi giorni dopo il genetliaco, infatti, stavo ancora festeggiando con qualche amico in un rustico bar del centro storico. Stavamo smaltendo lo stress lavorativo con un po' di sana mediocrità maschile quando, calice dopo calice, divenne inevitabile un pit stop al bagno. Così rientrai nel locale per raggiungere i servizi nel seminterrato. Non ero ancora "andato" ma viaggiavo già su orbite lunari, perciò, scendendo quegli angusti scalini, fui costretto a tastare le pareti per ...
... mantenere l'equilibrio.
Mentre raggiungevo goffamente la mia meta, la musica aveva ormai dato spazio al silenzio e, pensando di essere completamente solo, aprii in modo deciso la porta.
"AHIIIII".
Una voce mi fece sobbalzare. Dopo un istante di riconnessione, compresi la presenza di una donna e, dati gli spazi ristretti, optai per attendere fuori in modo da favorirne l'uscite, scusandomi per la botta.
L'attesa mi sembrò lunghissima, al punto da offrirmi la possibilità di immaginare le fattezze di quella donna che la mia mente ricondusse, non so per quale motivo, a una giovane attrice che avevo recentemente apprezzato in una mediocre pellicola francese.
Non so quanto attesi là fuori ma quella stessa voce interruppe la mia fantasia.
"Se vuoi puoi entrare, ne ho ancora per qualche minuto".
Tentennai un attimo ma, sfrontato, penetrai nell'anticamera del bagno che era oggettivamente troppo piccola per due persone.
Nel richiudere la porta mi ritrovai così pressato in pochi metri quadrati con quella voce che nel frattempo era diventata sostanza dinanzi ai miei occhi. Era decisamente diversa rispetto al riflesso che si era formato nella mia testa. Lunghi capelli biondi decoravano un volto candido, marcato però da alcuni tratti famelici quali due occhioni scuri e disarmanti e labbra carnose. Da vero gentiluomo, riuscii a non squadrarla come un rozzo, pur intravedendo delle forme notevoli sotto un abito abbastanza elegante per il contesto. Sprigionava un profumo ...