1. ELEONORA e LAPO / Parte finale


    Data: 15/04/2018, Categorie: Erotici Racconti, Cuckold Racconti Erotici, Tradimenti Autore: aldebrando1, Fonte: RaccontiMilu

    ... continua, come incapace di fermarsi o di parlare. Penso febbrilmente a qualunque brutta notizia possa avermi tenuta nascosta, forse è ammalato, forse lo sono io… forse è morto mio padre…, penso anche… qualunque scenario mi viene in mente. Può sembrare incredibile… ma non penso, non mi sfiora neanche la mente che possa aver semplicemente, naturalmente scoperto che la sua ragazza, l’amore della sua vita, a sua insaputa, gode come una matta a farsi scopare da altri uomini. Passano i minuti, io continuo a stringerlo ed ad implorarmi di dirmi cosa sta succedendo… oramai anche io sto piangendo e le mie lacrime si mischiano alle sue.
    
    “non ce la faccio, mi dispiace, non ce la faccio…” esce infine, confuso, soffocato, dalla sua bocca.
    
    “cosa, cosa? Cosa è che non ce la fai a fare! Dimmelo, ti prego, dimmelo!” insisto io, quasi urlando.
    
    Passano altri istanti , minuti forse. Poi lui sembra placarsi. Quando infine torna a parlare, sempre dandomi le spalle, la sua voce è tornata ferma, calmo il tono.
    
    “non ce la faccio a fare quello che mi dice la testa… non ce la faccio a lasciarti, ad alzarmi adesso da questo letto, vestirmi, uscire e non ritornare più da te!”
    
    vorrei parlare, dire qualcosa, ma le labbra mi tremano….sono paralizzata…
    
    Lui continua:
    
    “Oggi, senza un motivo particolare, non ero tranquillo. Ti ho chiamata in ufficio alle 3 e mezza, per dirti che ti avrei accompagnata io da Patrizia. Mi hanno detto che eri uscita già da un po’. Non capivo, avevi appuntamento ...
    ... alle 5…. Ti ho chiamata, ma il telefono squillava a vuoto. Allora mi ha preso una sensazione di paura, anzi di autentica angoscia. Sono scappato dall’ufficio e… son venuto a casa a cercarti”.
    
    Rimane in silenzio per un tempo che, a me, pare infinito. Forse ha percepito che le mia mani sono diventate di ghiaccio, che il mio respiro si è fermato. A casa, sto pensando, cosa c’era a casa che l’ha sconvolto. Riavvolgo il nastro dei miei ricordi e cerco di ritornare al momento che sono uscita di casa per andare all’appuntamento. Armadio e cassetti della biancheria aperti? No, non mi pare. Le scatole del completino intimo e delle autoreggenti lasciate in giro? No, le avevo rimesse nel cassetto, ovviamente vuote e sopra alle altre, ma nel cassetto. In bagno: segni di una doccia fatta da non molto, forse. Il rasoio per la depilazione intima… al solito posto… chi può capire se usata da un’ora o da un giorno? Mio Dio… il clisterino alla camomilla che avevo usato… l’avevo lasciato appoggiato da qualche parte? No, no, ne sono certa, l’ho gettato nel cestino.
    
    Niente, non mi viene in mente niente di evidente, soltanto cose che uno troverebbe cercandole con intenzione.
    
    Poi, come si squarciasse un velo, la vedo, la cosa più evidente del mondo che è lì a portata di mano da sempre e che tu proprio non hai visto, ciò che da solo è più che sufficiente a spiegare tutto: il mio cellulare, dimenticato (inconsciamente lasciato di proposito forse?) sul comodino, come sempre senza password. Mi ...