1. LISBONA


    Data: 21/07/2020, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    ... suocera propone di andare a cenare al ristorante. Acconsento. Mio marito chiama il figlio e tutti andiamo alla pizzeria che non dista molto dalla nostra abitazione. Ci arriviamo a piedi. Ci sediamo. Sto fra mio marito e mio figlio; mia suocera mi è di fronte. In attesa del cameriere un perverso pensiero mi balena nella mente. Gioco d’azzardo. Allungo il braccio sotto al tavolo e vado a posare la mia mano sulla coscia di mio figlio. lo sento irrigidirsi, ma non si sposta. Gli accarezzo la coscia e faccio salire la mano verso il suo inguine. Raggiungo la sua patta e sento la durezza del suo cazzo. Smetto di carezzarlo ed artiglio il suo sparviero. Lui mugola ed arrossisce. Lo tengo stretto fino all’arrivò del cameriere. Ordiniamo e consumiamo avendo cura di non tralasciare di portare la mia mano sul suo pacco e continuare a massaggiargli il cazzo. Lo sto masturbando. Emette un gemito. Lo guardo negli occhi. Sta venendo. Poverino. Ha scaricato la sua forza nelle sue mutande. Mi dispiace, ma dovevo farlo. È un ulteriore segnale che può osare. Lui si alza e corre nella toilette della pizzeria. Guardo mio marito e mia suocera. Non si sono accorti di nulla. Meglio così. Al ritorno, nel mentre mio marito e mia suocera camminano davanti, mi avvicino a mio figlio e gli metto una mano sul braccio. Per un attimo si ferma poi riprende a camminare. Non resisto. Devo sapere. “Ti è piaciuto? Quello che ti ho fatto qui potevo fartelo a casa se non scappavi. Eravamo più liberi e la cosa ...
    ... sarebbe stata più bella.” Mi guarda. “Certo che mi è piaciuto. Perché l’hai fatto?” “Oh, bella! Perché mi andava di farlo e perché sono innamorata di te.” “Ma sono tuo figlio!” “Ed io sono tua madre. E allora? Qual è il problema?” “Ti rendi conto che se non scappavo ci sarebbe stato un prosieguo.” “È quello che ho sperato accadesse.” “Vuoi fornicare con me? Sono tuo figlio? Sarebbe incesto?” “Non usare paroloni. Io ti amo e so che anche tu mi ami. Si, è vero! Sei mio figlio ma siamo anche un uomo ed una donna che si sentono attratti l’uno verso l’altra. Non ci vedo niente di strano se noi due ci incontriamo in un caldo e comodo letto.” “Tu sei uscita di senno.” “Sì, sono impazzita e tu sei la cura che mi salverà.” “E con mio padre come la metti?” “Ci penserò.” In quella la voce di mio marito si fa sentire. “Voi due là dietro vi affrettate? Cosa avete da dirvi di tanto importante da farvi rallentare. Su, sbrigatevi. Il resto ve lo direte a casa.” Non ci diciamo più niente; arriviamo a casa ed ognuno si ritira nella propria stanza Non ho più occasione di restare sola con mio figlio. Sua nonna è sempre presente e se non c’è lei c’è suo figlio: mio marito. Questo dura fino al giorno in cui mi viene recapitato l’invito di partecipazione ad un congresso di ginecologia a Lisbona. È l’occasione che aspetto.
    
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    Lisbona 2 : La speranza viene premiata
    
    Sono a letto; nonostante sia stanca il sonno tarda a venire. La mia mente è continuamente ...
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