1. LISBONA


    Data: 21/07/2020, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    LISBONA : L’occasione del congresso
    
    Sono una ginecologa. Sto per partire. Devo andare ad un congresso di ginecologia. Resterò fuori una intera settimana. Il taxi che mi deve portare all’aeroporto è fuori che mi aspetta. Prima di uscire devo assolutamente fare una cosa. Vado in camera di mio figlio; lui non c’è. Mi avvicino al comodino, apro il cassetto e vi deposito un biglietto aereo ed una busta con dentro un foglio con su scritto una sola frase: – Ti amo. – Sollevo la gonna e mi sfilo le mutandine. Le annuso. Hanno il mio odore. Le piego e le deposito sotto al cuscino del suo letto. Dopo aver dato un ultimo sguardo alla stanza esco e chiudo la porta alle mie spalle. Sono all’aeroporto in attesa di imbarcarmi. Sto giocherellando con il telefono portatile. Inconsciamente apro l’APP della messaggistica imposto il nome di mio figlio e scrivo il messaggio. “Quando torni a casa guarda nel cassetto del tuo comodino e guarda anche sotto al cuscino. Se sei d’accordo a proseguire il nostro discorso raggiungimi. Ciao. Un bacio ed un abbraccio.” L’aereo parte. Dopo due ore di volo atterra all’aeroporto di Lisbona. Con il taxi raggiungo l’albergo dove alloggerò per il periodo del congresso. Ho anche prenotato una stanza a nome di mio figlio ed ho fatto in modo che gli venga assegnata una camera contigua alla mia e che sia anche comunicante. Prendo possesso della mia camera e la prima cosa che faccio è quella di aprire la porta che mette in comunicazione la mia stanza con quella di ...
    ... mio figlio. Non mi resta che aspettare. Sarà una lunga attesa. Mi faccio una doccia; poi vado a registrare la mia presenza al centro congressi. Con sommo piacere consto che fra i partecipanti non c’è nessuno che io conosco e che mi conosca. Meglio così. Sarebbe imbarazzante spiegare il perché mi sono portata dietro mio figlio. Dopo essermi registrata faccio un giro per la città che già conosco. Già ci sono stata come turista e più di una volta. È una città che mi piace. Intanto la mia mente non smette di fantasticare. Mi vedo passeggiare per le strade di Lisbona insieme a mio figlio con la sua mano che stringe la mia. I nostri volti sono sorridenti. Sembriamo una coppia in viaggio di piacere. L’aria comincia a rinfrescarsi. Faccio ritorno in albergo. Ceno e mi ritiro in camera. Sono le ventidue. Mi spoglio restando nuda; indosso una lunga camicia da notte e vado a stendermi sul letto; do libero sfogo ai miei pensieri. Quello che ho fatto prima di partire non è che un passo verso l’appagamento di un perverso desiderio ed al tempo stesso un passo verso la perdizione. Sono anni che il pensiero di giacere nello stesso letto con mio figlio mi ossessiona. L’occasione si è presentata con questo congresso. Lontana dalle mura domestiche, da mio marito: il padre del mio sogno e dalla ingombrante presenza di mia suocera, forse riuscirò a realizzare il mio desiderio. Lui verrà, ne sono sicura. Lui mi vuole; è innamorato di me. Lo so; sono anni che ho capito che brama giacere fra le mie ...
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