Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... che si perdevamo tra le ombre della camera e un ansimare soffocato, ma inconfondibile. Poi distinsi chiaramente: Virginia stava giocando con ben due vibratori come bambina viziata spiando il mio corpo.
“Te l’ho detto sarebbe stato per tutta la notte” mi sospirò vicina, interrotta dai sospiri, “poi tu mi hai provocata, volevo solo dare un po’di pace alla mia passerina”. Mi chiesi da quanto tempo si stava ancora soddisfacendo la troietta. Spingeva dentro di sé il vibratore ricurvo cercando viziosamente di spingerlo verso il punto G, a perdifiato verso la più grande esplosione. “Sai, Deborah, vorrei venire come un maschio…ho letto che sbattendo verso il punto G in una certa maniera ci si può riuscire ma finora ho solo colato il mio piacere…” con una foga innaturale si stava masturbando trasformando il suo corpo in un santuario di voluttà peccaminose. Sul clitoride prorompente invece aveva apposto il piccolo vibratore che si strusciava leziosamente su quel peduncolo sperimentando sensazioni favolose a giudicare dal piacere che esalava. Boccheggiava veemente mentre si introduceva lo stretto vibratore nella fica, ancora una volta tappata e violata. Divaricava le gambe al massimo, alzando le caviglie in alto quasi all’altezza delle spalle, afferrandosi i piedi con la mano, sempre guardandomi famelica. Si stantuffava così violentemente che ne scorgevo le smorfie di dolore prevalere su quelle di piacere. Poi tremò tutta, catturata dagli spasmi orgasmici, si irrigidì e, ...
... completamente in trance, gridò il mio nome con una tale intensità che sono certa qualche inquilino delle villette contigue l’abbia sentito. Nel medesimo istante, così come durante l’atto autoerotico con Gabriele, venni lambita da schizzi: Virginia era venuta a fontana come aveva desiderato e stava continuando ad alluvionare il letto dei suoi. Tremò ancora per parecchi minuti. Per la prima volta cedendo all’umiliazione e all’imbarazzo, forse proprio per la stessa forza dell’orgasmo che l’aveva definitivamente svuotando, Virginia proruppe in singhiozzi. La consolai, dolcemente, nel letto pieno di odori femminili. Poi ci rilassammo in una doccia rinfrescante e, stavolta rivestendoci, ci addormentammo sul divano. La nottata con Deborah fu inesprimibile a parole, una vera sospensione della dimensione temporale in cui tentai di produrre la più alta carica erotica di cui il mio corpo e la mia anima mi rendessero capace: un cardine espressivo cui ero soggiaciuta, ma che rappresentava il passato. L’incontro con lei, con una donna davvero elevata e pura, fu un toccasana per me. Gettai via tutto ciò che mi accompagnò in anni di eccessivo autoerotismo, di vizi narcisistici ardui da svellere. Qualche volta mi accadeva ancora di soffermarmi allo specchio a rimirarmi, ma nei mesi successivi tenni a freno qualsiasi pulsione. Indirizzai tutta la passione che conoscessi su Gabriele con cui avevo intrapreso una relazione priva d’ambiguità e ambiziosa nel suo spietato desiderio d’immortale fusione.
Un ...