Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... piccolo del mio, ma sicuramente ben proporzionato. Ai piedi aveva sino ad allora indossato due semplici infradito con tacco. I capelli si trovavano ora sciolti, riversati sulle spalle in onde scomposte. “Vado a cambiarmi” sussurrò con un ammiccamento lezioso. La vidi andarsene ancheggiando inconsapevole. Mentre la attendevo, ancora scioccata dalle sorprese della serata, riflettendo su quello che avrei voluto io. Sia chiaro: mi ritengo una cultrice dell’erotismo femminile. Da donna, credo non ci sia nulla di più armonioso di un corpo scolpito da innate forme muliebri. Per questo ammiro tanto il mio. Eppure, era da uomini che volevo essere posseduta, o al limite da me stessa. Ero solita scorgere in ogni altra ragazza una rivale, ma quella sera avevo scoperto una gemella di genitori diversi, una sorta di completamento, una necessaria estensione del mio Essere. Ero curiosa di vivere quell’esperienza esaminando dal vivo quanto e quale erotismo quella diciottenne libertina sarebbe riuscita a esprimere. Volevo carpire il suo segreto, non per dedicarmi agli stessi atti e sfrenatezze, ma al fine inconsapevole di incrementare la mia carica sensuale. In breve, era per me, impregnata di vagheggiamenti letterari e di estenuata sensualità decadente, un oggetto di sfida, un’esperienza artistica cui non potevo sottrarmi. Non volevo fare l’amore con lei, anche se sarebbe stato possibile, ma declinare ogni manifestazione di erotismo vedendo lei fare quello cui io stessa ambivo ma non ...
... abbracciavo, forse per timore di venirne imprigionata e risucchiata. Vidi allo specchio la luce delle mie iridi, i loro riflessi. Ero pronta a vivere quella nottata. MI amavo come mai prima. Virginia fece ritorno. Vidi la sua figura stagliata contro l’ombra del corridoio, incedere verso la luce piena. Provai una sensazione somigliante all’inquietudine inspiegabile. Indossava un negligé color amaranto che faceva da pendant alle deliziose labbra evidenziate da un rossetto dello stesso colore. Neri e vellutati i tacchi con lacci alla caviglia che ricadevano morbidi sui lati. Mentre si andava a sedere sul grande divano angolare, il negligé si aprì gradevolmente sul ventre morbido decorato da un ombelico piccolo e sensuale. Il gioco delle trasparenze maliziose catturava e riverberava femminilità come un eco di sogno lontano portato a realtà. Sul viso moti di attesa e imbarazzo. Lo smokey eyes blu obbligava l’osservatore a cadere dentro perdendosi in due grandi occhi verdi che sorridevano comunicando un timido fremito. Come una paralisi di attesa, pensai. Unendo le mani in grembo, Virginia indicò un sacchetto che aveva portato con sé. “Ecco, Deborah qui c’è il mio pc: lo terremo fisso e riprenderà tutto per ore. Ti chiederò di spostarlo se mi muoverò. Invece, qui, ho il cellulare che uso per scattarmi le foto che hai visto. Ho eliminato tutto, per cui credo che almeno tre ore di autonomia di registrazione ce le abbia. Interrompi nei momenti morti”. Poi passò ad un altro sacchettino da cui ...