Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... dei residuati della mia eccitazione e mi bagnai le labbra già intrise dei miei succhi. Ero in condizioni pietose: sporca di foglie, umori e sudore. Gabriele mi imitò e solo allora poté dire, quasi con voce soffocata: “E’stato molto bello”. -“Oh sì, grazie…Gabry”.
Ci rivestimmo proseguendo verso casa, accordandoci perché questo fosse rimasto il nostro segreto. Gli promisi comunque di aiutarlo a conquistare Virginia, perché, un po’maliziosamente, gli dissi che “quel ben di Dio non andava sprecato così”. Giunta in stanza mi guardai allo specchio: avevo ancora le guance lievemente arrossate per quello che avevo appena fatto, sentivo un lieve mal di capo per lo sforzo e per l’eccitazione adrenalinica che mi stava lasciando. Ma ero bella: i capelli mi ricadevano mossi come onde marine luminose di un bel castano scuro, incorniciandomi un viso espressivo caratterizzato da due occhioni con riflessi d’oro. Innocenti e puri “pensai” ma con un segreto un più e testimoni di un piacere estenuante che mi ero donata. Mi bacia lentamente allo specchio e, togliendomi i vestiti, dopo aver indossato l’accappatoio, mi diressi in bagno per una doccia rinvigorente. Dopo quel pomeriggio tutto dedicato all’erotismo, io e mio cugino diventammo via via più complici, ma non si sviluppò alcunché fosse men che onesto, quasi come se ciascuno avesse scaricato la propria eterna pulsione erotica anestetizzando ogni malizia, ogni fraintendimento.
Il sabato successivo decisi di accompagnare Gabriele ad ...
... una sagra paesana dove mi avrebbe fatto conoscere la “sua” Virginia. Quella sera indossai un filo leggero di matita e di ombretto verde. Portavo un gonnellino nero a mezza coscia e un top blu scuro che sottolineava il mio seno generoso e sodo. Niente rossetto, ma scarpe decollete. Prima di uscire mi ricontrollai allo specchio, trovando conferma sul fatto fossi non solo gradevole, ma, lo dico senza falsa modestia, assolutamente irresistibile, sebbene, come nel mio stile, non salacemente aggressiva. Mio cugino era abbigliato normalmente con jeans e la classica polo giusta. Appena mi vide, deglutì ridacchiando nervosamente: presentiva anche lui avrei abbagliato tutti. “Dove credi di andare? Attirerai gli occhi di tutti.” fece, con un misto di impazienza, emozione e preoccupazione.
Giungemmo quindi nella piazza dove si teneva la sagra che quell’anno era dedicata ai funghi. Non lo nego: mentre camminavo dando il braccio a mio cugino, tutti, specie giovani ma anche più attempati, appuntavano gli sguardi su di noi. Con la coda nell’occhio non potei fare a meno di notare che non pochi si giravano per commentare, sicuri di non essere scorti. Non posso qui negare di esserne stata compiaciuta: che pensassero fossi la nuova fidanzata di Gabriele, una straniera, una bellezza di città, o chi altri non m’importava. Amavo anzi essere avvolta in un’aura di mistero a me connaturata. Ci avvicinammo quindi al bancone del rinfresco dove Gabriele mi presentò alcuni compagni di classe e amici ...