1. Una vita incominciata a quarant’anni


    Data: 20/07/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Incesti Autore: oldconsumer, Fonte: RaccontiMilu

    La storia che stò per raccontarvi è quella degli ultimi sei mesi della mia vita.
    
    Lo faccio, non perchè all’improvviso sia stata presa da un fervore letterario, ma perchè mi è stato ordinato di farlo da un uomo che è convinto , in questo modo,di umiliarmi nel mettere a nudo i miei peccati.
    
    Mi chiamo Eleonora, sono sulla soglia dei quarant’ anni, e sono originaria della Calabria, terra che i miei genitori, umili agicoltori, abbandonarono all’epoca del miracolo economico nei lontani anni 60 per trasferirsi a Milano
    
    Come dicevo, gente onesta, povera, in cerca di un futuro migliore per i propri figli, 5 in tutto
    
    All’inizio fummo ospitati in casa di parenti, per poi stabilirci in una zona quasi interamente abitata da meridionali, con tanti calabresi come noi.
    
    Papà trovò quasi subito lavoro alla Pirelli come semplice operaio, mentre mamma faceva servizi presso familiglie del centro.
    
    I nostri genitori cercarono di farci studiare ,ma solo un mio fratello , il maggiore , riuscì a laurearsi.
    
    Io abbandonai la scuola dopo la licenza di scuola media e, dopo un po’, trovai lavoro come ragazza d’ufficio, ( sarebbe troppo dire impiegata) ,presso un grossista di ferramenta.
    
    Avevo 16 anni, quasi 17.
    
    Ero una bella ragazza, come, credo, siano belle tutte le donne a 17 anni.
    
    Non altissima, ma ben proprzionata , belle forme, grsosso seno, dalla carnaggione ambrata e di pelo nero come l’ebano.
    
    Con il sesso, di cui non sapevo molto, avevo un rapporto contrastante,, ...
    ... nel senso che ero facile all’eccitazione, sempre piena di desiderio, ma , per educazione, contraria ad ogni rapporto fisico prima del matrimonio o ,almeno, al fidanzamento ufficiale.
    
    Ero, e lo dico con orgoglio, una meridionale autentica.
    
    Poiché facevo un po’ da tappa buchi ,in azienda mi interessavo di tutto, per cui ero in contatto con i clienti, fosse anche solo per incartare la marce, con i fornitori, magari per andare a prendere i caffè, e con i rappresentati, con i quali non avevo nulla da spartire, ma che, da gente brillante quali erano, erano loro ad interessarsi della mia persona.
    
    C’erano diversi che mi facevano la corte, ma uno in particolare, che, ogni 15 giorni, quando veniva a parlare d’affari, mi portava dei cioccolattini.
    
    Era un bell’uomo, molto più grande di me, che, tanto fece e tanto brigò, che una sera mi convinse ad andare a cena con lui.
    
    Iniziò così una specie di relazione, per cui ogni volta che veniva al magazzino, mi portava a cena e, dopo tre o quattro mesi, incominciò a portarmi in periferia , dove, nel buio della zona e nel chiuso della macchina, incomnciò a baciarmi prima e toccarmi poi, fino a mettermelo in mano per a farsi segare mentre mi toccava le tette e la figa.
    
    Non poteva portarmi in albergo perchè ero, anche se per pochi giorni, ancora minorenne
    
    Con il tempo, vennero meno certe attenzioni , certe galanterie, per cui veniva in magazzino, mi diceva , senza chiedermi se lo volessi o meno, che alla chiusura sarebbe ritornato ...
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