1. La debolezza e la perdizione


    Data: 20/07/2020, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Tradimenti Autore: VittorioV, Fonte: RaccontiMilu

    ... un paio d’ora mi fecero riposare, mi venne consentito di alzarmi, andarmi a lavare. Io ed Marcello mangiammo in cucina, dentro. Bevvi del vino e mangiai con gusto, ero distrutta ma avevo goduto tantissimo.
    
    -Ti è piaciuto, vero?
    
    -Mi vergogno.
    
    -Ma ti è piaciuto, ho visto.
    
    -A te?
    
    -Ho i coglioni che mi fanno male da quanto sono pieni. Ma ho deciso che sarò l’ultimo a darti la sborra. E sarò l’unico a fartela bere. Ma più tardi.
    
    -Non abbiamo ancora finito?
    
    Lui ghignò malefico.
    
    -Bevi ancora un po’ di vino, ti serviranno energie.
    
    Di nuovo venni portata in cortile e di nuovo sistemata su quell’altare della lussuria e della maialaggine di Marcello.
    
    Ora toccava al culo.
    
    Gli uomini, rifocillati, si rimisero in una fila disordinata, e così come prima un paio di loro mi cosparsero le natiche e il buco con della sostanza cremosa che mi dava conforto. Servì a poco, perché quei bastardi sembravano non aspettare altro che quel momento, come se la mattina fosse stata una prova generale. Volevano rompermi il culo, volevano rovinarmi. Marcello li comandava, quando vedeva che qualcuno di loro ci metteva troppo si alzava e andava dietro a dirgli di ripassare dopo, che dovevano darsi il cambio. Alcuni si lamentavano per quel rigore militare, non capivano.
    
    Io piansi, venni ancora mentre Marcello mi leccava le tette e i capezzoli. Mi baciava le labbra, gli occhi umidi. Mi dava da bere ogni tanto.
    
    Iniziai a perdere di nuovo il conto dei cazzi che mi finivano ...
    ... nel culo. Erano tanti, e tutti ben disposti e ben piazzati. A un certo punto non ce la facevo più, ero davvero stremata. Nonostante i baci e le carezze di Marcello, nonostante la figa mi gocciolasse per tutta quella goduria e assurda sensualità.
    
    Venni fatta scendere, e portata con fatica in bagno. Lì finalmente mi lasciarono sola, a lavarmi nella vasca calda. Mi addormentai, penso.
    
    Marcello mi guardava adesso in piedi, sulla soglia.
    
    -Lo vuoi rifare?
    
    -Non mi ci far pensare adesso, forse ti direi di no.
    
    -Allora prima riposati, poi mi dirai di sì.
    
    -Marcello…
    
    -Dimmi.
    
    -Vieni.
    
    -Lo vuoi adesso?
    
    -Sì, me lo merito. E te lo meriti tu.
    
    SI avvicinò alla vasca e gli tirai fuori il cazzo. Già duro, umido, sofferente. Non ci misi molto a farlo venire, e ne aveva tantissima, ancora più del solito, lui che sborrava copiosamente già ogni volta. Faticai a buttare tutto giù, gli occhi di nuovo mi si bagnarono.
    
    -Brava. Adesso rivestiti, che ti porto a casa.
    
    -Marcello, solo una cosa.
    
    -Che c’è?
    
    -Ho visto dei soldi, oggi.
    
    -Lo so.
    
    -Voglio solo sapere se ti hanno pagato o tu hai pagato loro.
    
    -Cosa ti piacerebbe di più?
    
    Rimasi un po’ pensierosa.
    
    -Me lo dici dopo in macchina. Ora muoviti.
    
    Sentii un brivido lungo la schiena, e i capezzoli farsi ancora duri. Che vacca che ero diventata, mi bastava quel pensiero sporco per rimettermi in una dimensione erotica. Provai a non pensarci, ma quando arrivai in auto fu la prima cosa che volli affrontare ...