La debolezza e la perdizione
Data: 20/07/2020,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: VittorioV, Fonte: RaccontiMilu
... dovetti aspettare qualche minuto.
Gli uomini bisbigliavano, sembravano pregare per me. Ma era una preghiera perversa e malvagia, carica di sudore, forza, tensione.
-Signori, questa è la vostra dea. Per oggi lei sarà la vostra dea e la vostra puttana. Trattatela come vi ho spiegato, e ne saremo tutti contenti. Lei per prima.
-Marcello, ho paura, sono tanti.
-Stai tranquilla, ci sono qui io.
Mi baciò in bocca e io accolsi volentieri quel gesto così intimo, che stranamente Marcello distribuiva con disinvoltura.
Mi portò al centro del cortile, e mi fece sistemare sullo sgabello. Le ginocchia poggiavano su dei cuscini, mentre il piano era costruito per lasciare le mie tette penzolare in basso. Questo mi metteva un po’ timore. Ma non era finita lì, perché un uomo portò una sorta di parete, che mi sistemarono addosso in modo da dividere la scena in due. Da una parte il busto e la testa, dall’altra il fondo schiena il culo e le gambe. Non vedevo alle mie spalle, tanto più che venni bloccata da alcune catene gelide e pesanti. E un collare anch’esso di metallo che mi dava un certo fastidio.
-È troppo stretto?
-Mi sento soffocare.
-Rilassati, vedrai che tra poco non lo sentirai più.
Marcello prese una sedia e si venne a mettere proprio vicino al mio viso, al mio busto. Poteva toccarmi e fare quello che voleva, mentre io avevo gambe e mani bloccate, e il collo con movimenti limitati. Lì iniziai ad avere davvero paura.
Un uomo gli portò un tavolino, con ...
... posacenere e bottiglia di vino. Lo spettacolo era pronto.
-Prima ungetela per bene.
Iniziai a sentire alcune mani sul culo e sulla figa, mi passavano qualcosa di cremoso. La sensazione era bella, se non che quegli uomini non ci stavano mettendo nessuna cura. D’altronde non ero lì per farmi un massaggio, ma ero stata portata alla monta da Marcello. Stavano solo preparando la bestia da montare.
Stavano lì dietro di me, coperti da quel ridicolo separè, e parlavano a bassa voce. Iniziarono a scoparmi con solerzia e cattiveria. Senza timidezza o amore. Mi ficcavano il cazzo dentro e iniziavano a darmi spinte vigorose.
Marcello mi guardava, mi toccava le labbra, ogni tanto mi baciava. Fumava e spesso si distraeva, guardava il paesaggio. Mi dava fastidio, così ansimavo, richiamandolo.
Allora lui si voltava e mi sorrideva, si avvicinava ancora.
-Ti piace? Come ce l’ha questo qui?
-È grosso, è tanto grosso.
-Li ho scelti tutti ben messi.
Spegneva la sigaretta e si metteva a torturarmi i capezzoli, con impegno. Io godevo come una troia, e iniziai ad ansimare forte, poi ad urlare. Avevo iniziato a perdere il conto dei cazzi che mi erano passati tra le gambe. Alcuni mim sputavano sulla schiena, o era sborra, non lo so. Alcuni mi venivano dentro e ne potevo sentire la quantità. Marcello mi faceva commentare, lo eccitava questo. Mi incitava, chiedeva.
-Ne aveva tanta?
-Era più grosso quello di prima?
-Questo ha vent’anni, non gli basta mai.
Forse dopo ...