1. Il compagno di stanza esibizionista - parte 2


    Data: 15/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: The_southparker, Fonte: Annunci69

    ... “Okay, non continuo a pisciare finché non lo fai anche tu!”. Mi lasciai andare. Dal mio pisello partì un getto di urina improvviso, che quasi non colpì Ivan. “Ma che fai, mi pisci addosso?”, disse spostandosi, e per ripicca cercò di colpirmi anche lui.
    
    Ubriaco com’era a malapena riusciva a camminare, e invece di colpire me riuscì solo a bagnare i suoi stessi pantaloni. Del resto, neanche io feci di meglio. Cercando di allontanarmi da lui, indietreggiai e misi un piede in una pozzanghera enorme, insozzandomi il pantalone di fango.
    
    Ivan guardò i suoi pantaloni, poi i miei, e iniziò a ridere. Eravamo entrambi ubriachi, con ancora il cazzo di fuori, con i pantaloni sporchi. Iniziai a ridere anche io. Avevamo le lacrime agli occhi dalle risate. Non credo di aver mai vissuto un momento così intenso di complicità.
    
    Alla fine fui il primo a rimettere apposto il mio cazzo nei pantaloni sporchi. Poi lo guardai mentre si ingegnava per trovare un modo di chiudere la zip senza sporcarsi le mani di piscio. In quel momento mi vennero in mente le scommesse che faceva con i suoi compagni di scuola. Le parole vennero fuori da sole, senza pensarci troppo. “Scommetto che non puoi toglierti i pantaloni e rientrare nel dormitorio nudo dalla vita in giù!”.
    
    Non avrebbe mai accettato, sarebbe stato troppo estremo anche per lui. Tuttavia solo all’idea il mio cazzo si stava già intostando. “Che cosa scommetti?”, mi rispose, guardandomi con interesse. “50 euro!”. E chi ce li aveva 50 euro? ...
    ... Era la prima cifra che mi venne in mente. D’altronde pensai che non l’avrebbe fatto comunque.
    
    “Va bene”, rispose, e passandomi il suo cellulare e il suo portafogli aggiunse: “Prendi”. Fece scivolare i pantaloni lungo i fianchi, finché non toccarono terra. Poi con un po’ di fatica, li sfilò completamente, facendo passare prima il piede destro, poi il sinistro. Ed eccolo lì, Ivan, nudo per strada, con addosso solo una maglietta, le calze e le scarpe.
    
    Mi guardò fisso negli occhi. “Andiamo!”, mi disse. Lasciò i pantaloni lì a terra, per strada. Ero sbalordito. Ero sicuro che quello che stesse facendo fosse estremo anche per lui. Pensai che fosse un porco, e nonostante la pioggia fredda mi sentivo avvampare. Il mio cazzo esplodeva nelle mutande.
    
    Anche il suo cazzo era duro come il marmo. Non provò nemmeno a nascondere l’erezione con la maglietta. Decise di camminare fiero, a cazzo dritto, fino al dormitorio. Ed io ero lì accanto a lui. Vedevo le gocce di pioggia accarezzargli la pelle, la maglietta attaccarsi al suo corpo, mettendogli in evidenza i pettorali. Aveva la pelle d’oca, ma nonostante questo durante la strada parlava con me come se niente fosse.
    
    “È il momento di fare una foto, non credi?”, mi disse all’improvviso. Cazzo, mi aveva scoperto! Eppure pensavo di essere stato discreto… “Come?”, gli risposi con aria innocente. Divenni rosso in volto. “Dai, fammi una foto adesso. Sono nudo dalla vita in giù, per strada, a cazzo duro”.
    
    Senza dire nulla, presi il ...
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