Azzardare oltremisura
Data: 15/07/2020,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... probabilmente aveva ragione, però io avevo ugualmente paura e timore di contrariarlo, di deluderlo ulteriormente, in tal modo ancora dubbi, incertezze e indecisioni che galoppavano inclementi e inflessibili. E se invece tutto fosse stato ben architettato, persino con la collaborazione e conl’aiuto macchinoso di qualcuno? Io gli avevo prontamente scritto durante uno dei nostri primi innocui scambi di messaggi, che ero sposata e che avevo due figli: il soggetto giusto avrà pensato lui, magari è un gran conoscitore dell’animo femminile e leggendo fra le righe di quanto con ingenuità e noncuranza avevo scritto, avrà anche capito che cosa realmente mi mancasse e che cosa cercassi di preciso. Può darsi una volta in casa sua, lui avrebbe scattato di nascosto delle foto, avrebbe registrato un video e dopo il sublime appagamento dei miei sensi e dei desideri, che lui aveva perfettamente indovinato, sarebbe scattata in ultimo la trappola. Che sciocca e che ingenua, forse era un bellimbusto che trovava e circuiva in tal modo le sue ignare e sprovvedute clienti: alla fine m’avrebbe chiesto del denaro per la sua prestazione, poiché già lo vedevo, aggressivo, beffardo e bellicoso.
“Levatelo dalla mente, hai per caso ritenuto che io eseguissi totalmente quest’impresa a titolo di favore, senza spesa?” – m’avrebbe appassionatamente lui esposto, commentando in modo ardito e risoluto la questione.
Oddio, che cosa stavo dicendo? Stavo forse sragionando o ...
... stavo ponderando in maniera opportuna la faccenda? Sì, il nocciolo, quel cruccio era proprio quello: lo svago progettato avrà per me dei risvolti favorevoli? Io avevo tutto da perdere, i figli, il marito, gli affetti,la considerazione,l’onore e la stima. In quel frangente mi riconobbi piuttosto costernata, sgomenta, terrorizzata e da sola, in balia e in potere d’un individuo sconosciuto senza scrupoli, mentre restavo con la mia valigetta in mano appoggiata al muro evocando tutto questo, mentre il mio cellulare continuava a squillare: ebbene sì, era proprio lui. Se m’avesse visto, pensavo, sarebbe sceso per prendermi, però effettivamente non immagina che io sia già qui, sennonché ancora quella lungimirante e profetica domanda, mi martella tormentandomil’intelletto:
“Che cosa combino esattamente qui?”.
Questa èl’angoscia, il panico e la tribolazionedi poter scialacquare dissipando ciò che ho di più bello e di più grande nel cosmo, i miei figli, che mi fecero correre via da quel luogo incantato e stregato, dapprincipio con passo lento, poi via via aumentandol’andatura fino a che girail’angolo, in quanto mi sentii celermente e pienamente al sicuro.
In quel preciso istante spensi il cellulare, feci un profondo respiro e m’allontanai alla svelta, utilizzai un taxi diretto alla stazione ferroviaria e mi dissi che la competizione in ballo era assai esorbitante e grandissima, per osarecon la faccia tostarischiando oltremodo.
{Idraulico anno 1999}