1. Azzardare oltremisura


    Data: 15/07/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... entrambi. Non è necessario chetudiventi “unanominataacrobata della vagina”, ma non dimenticare, che la partecipazione attiva durante la penetrazione, miglioranotevolmentele tue personalie intimesensazioni” –ribadivaadessoVivianaraggiante,incitata efomentata più che mai dal discorsoche aveva intrapreso.
    
    “Alcune volte mi rammarico Viviana, io talvolta ho dei malintesi e dei lievi dissapori con il mio attuale compagno.Prestovoglio risolvereal megliola faccenda (beninteso senza far star male nessuno), per il semplice e lineare fatto che la penetrazione non mi piace così tanto come prima, in quanto desidererei riceverla con minore frequenza” –sottolineava angustiata e leggermente desolata Nadia.
    
    “Secondo meNadia, bada bene che non sono un’esperta, dovresti cambiare la prospettiva sul rapporto vaginale,devi aggiustare la visuale delle cose. Prova a uscire dallo schema del pensiero, secondolaquale la penetrazione vaginale è il punto d’arrivo e tutte le altre pratiche sono soltantopreliminari,ossiagesti preparatori.Un incontro sessuale è fatto da diversi tipi di stimolazioni ed’interazioni, tutte ugualmentevalevoli, vigorose e rilevanti; provate dunque ad arrivare alla penetrazione vaginale, quando avete già esplorato altri modi per toccarvi e stare insieme in modo piacevole, arrivatecimagaridopo aver avuto un orgasmo, grazie per esempio ad altri tipi di stimolazioni. Ti auguro tante belle cose, fammi saperel’esito” –rimarcava Viviana, salutandola e dirigendosi verso la sua ...
    ... autovettura.
    
    “Che cosa ci faccio qui? –si domandò adesso Nadia”. Sembro sveglia all’improvviso da un lungo sonno o da una specie d’ipnosi? In quella circostanza guardai sul citofono il suo cognome, squadrai in alto quel palazzo elegante, però nessun movimento dietro le finestre. Lui m’avrà di certo visto arrivare pensai io, chissà. Indugiavo mentre i minuti passavano esageratamente in fretta, tentennavo pensando che solamente qualche ora prima imprecavo e maledicevo lo scorrere lento e pacato del tempo.
    
    Al momento però ero lì, davanti a quel portone con il mio abbigliamento studiato per giorni, scegliendo con cural’intimo che sapevo piacergli, le calze, le scarpe con il tacco alto, la gonna stretta e lunga sotto il ginocchio, il golfino accollato però attillato, che metteva in risalto mostrando le curve rilevanti del mio seno con un trucco leggero, tuttavia accurato. Io ero lì davanti a quel portone in una strada sconosciuta di Palermo, arrivata con il treno che parte da Messina, ero lì dopo aver conteso e sfidato i miei dubbi, dopo le bugie raccontate in famiglia per giustificare motivando appieno quella stravagante giornata da trascorrere fuori per lavoro, cinque ore di treno effettuate senza quasi respirare e altre cinque da fare questa sera per il rientro.
    
    Che cosa ci facevo lì? Tutto questo per vivere realmente e per nutrirmi di quegli amplessi finora soltanto raccontati per telefono o tramite una frustrante, mortificante e penalizzante sfilza di messaggi sul ...
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