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Meg e Jack - La cena
Data: 09/07/2020, Categorie: Etero Autore: DarthJames, Fonte: EroticiRacconti
... ginocchio, di colore scuro, stivaletti, calze ricamate; io sono jeans, camicia bianca e pull over blu a V, con una giacca bohemiens beige, scarpe sportive. Appuntamento per un aperitivo veloce, tu un calice di bollicine ed io un negroni, in attesa che si faccia ora per il nostro tavolo. Toglie il piumino e solo allora scorgo che indossi una canotta di lycra nera, aderente, da cui spunta il pizzo del reggiseno a bralette e su una giacca di demì tailleur abbinata alla gonna ma di colore in contrasto sul verde con risvolto del bavero nero. È ora andiamo al ristorante, carino ed accogliente, vicino ad un fiume. Mi hai detto che preferiresti bere un bianco freddo ghiacciato, uno Chablis; sicché ti immagino con il calice colmo nelle giuste proporzioni mentre lo porti alle labbra e mi guardi negli occhi. I tuoi sono luminosi, nell’angolo scorgo una scintilla, una luce e so che dopo i nostri discorsi in mail e chat è luce di lussuria, di voglia. Prendo il mio calice, e sorseggio un po' di questo nettare, nella speranza che faccia il suo effetto, che sciolga presto i nostri animi, anche se so che non ce ne sarà bisogno, ci siamo già intesi, capiti compresi, percepiti. La cena scorre veloce, come se il tempo non avesse regole, il cameriere è sempre pronto a riempire i calici, anche per il timore che dopo potremmo aver freddo all’esterno. Finiamo cosi come abbiamo iniziato sempre guardandoci negli occhi, mentre più volte ti sfioro la mano calda. Mi sento liquida, ...
... morbida, in attesa. Comincio a tamburellare con le dita, come faccio sempre quando sono impaziente di qualcosa. In un momento mi dimentico di essere in un locale pubblico con te. Guardo la tua mano, quella che sta sfiorando la mia. Abbasso la testa e guardandoti negli occhi - decisa, controllata - sfioro le tue dita con le labbra. Tu mi lasci fare, non riesci a staccare gli occhi dai miei. Ci stiamo quasi dimenticando che ci sono persone attorno a noi. Ho un unico desiderio: sedermi in braccio a te, ma non te lo dico. Forse lo immagini e lo desideri anche tu. Ci alziamo e usciamo dal locale, decidiamo per una passeggiata lungo la strada che costeggia il fiume, la direzione è la stessa del tuo appartamento e del mio hotel. Ti stringo a me per una spalla, più per proteggerti dal freddo che per altri fini, ma il movimento è inevitabile che ci porti viso a viso per un bacio profondo e umido. È una danza, le lingua si aggrovigliano, si avvolgono l’un per l’altra, sono umide, sono voraci e determinate, mentre tu sei poggiata alla ringhiera dove ti schiaccio, noncurante che tu possa percepire la mia erezione. “Devo fare la pipì” Sì hai capito bene. Non posso aspettare di arrivare in un luogo chiuso, appartato. Devo fare la pipì adesso. Ti vedo un po’ imbarazzato, perché siamo per strada e hai capito benissimo che il mio non è un bisogno fisiologico, ma la voglia di essere guardata da te oscena, senza freni, con le gambe aperte e lo sguardo fisso. Mi baci e mi porti in un ...