1. La femmina dominante.


    Data: 09/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Incesti Autore: Baxi, Fonte: RaccontiMilu

    ... Lei sorrise e, mentalmente, ironizzò sul triangolino, così decise per il sì. Depilò tutto: pube, ascelle, si fece assottigliare le sopracciglia e pure il culetto lo volle rasato a zero. Poi si fece mettere uno smalto rosso fuoco, sia sui piedi che sulle mani, e prese un rossetto dello stesso colore. La tappa successiva fu di recarsi alla Città Mercato, ma la tangenziale era completamente intasata, allora prese una strada secondaria che, anche se più lunga, passava per la zona industriale, le permetteva di arrivare velocemente. Quando stava per lasciare la zona industriale, il suo sguardo fu attratto da un cartellone che indicava un sexy shop. Non c’era mai stata e, dopo un attimo di riflessione, decise di esplorare anche questo negozio, così insolito per lei. All’ingresso l’accolse una bella ragazza, in abiti alquanto succinti e, visto il suo smarrimento, le rimase al fianco mostrandole il negozio. Rimase sorpresa ed affascinata dalle tante cose che vedeva esposte, di alcune non ne conosceva l’esistenza, né l’uso, ma la solerte ragazza apriva le vetrine, mostrava il prodotto, ne illustrava l’uso ed il diletto che se ne poteva ottenere. Fu colpita significativamente da delle scarpe bellissime, nere con un tacco proibitivo da 20cm. e con un plateau da 10. Affascinata e, non senza una certa ironia, chiese se vi fosse, a corredo, anche un paracadute, in considerazione del fatto che lei, al massimo, aveva scarpe con tacco 5. Le volle provare e le trovò fantastiche, anche se ...
    ... doveva abituarsi ad indossarle, poiché abitualmente calzava scarpe da ginnastica, sandali bassissimi o ballerine ad alzo zero. Allora la ragazza la tentò, adducendo che se le avesse comprate, avrebbe ricevuto, in omaggio, un bellissimo paio di calze nere velate e relativo reggicalze. Le prese. Poi, mentre andavano alla cassa, vide un oggetto di cui non le era chiaro l’uso; chiese informazioni alla ragazza che le fornì tutte le spiegazioni. Si trattava di uno strap-one. Disse, mostrandoglielo, che era un oggetto speciale, capace di dar piacere sia a chi lo indossava, per via di un piccolo, ma ben modellato fallo esistente all’interno della mutandina, ma anche a chi ne avrebbe subito l’uso, in quanto, al suo esterno, era munito di un piccolo aggancio, su cui si potevano applicare falli di dimensioni variabili. Lo prese, insieme a tre falli di grandezza e colore diverso. Al momento non le era chiaro come l’avrebbe, e con chi, usato, ma lo prese. La tappa successiva fu il negozio di intimo. Decise che era ora di buttar via tutte le mutandine caste che aveva finora indossato, ivi compresi i collant. Comprò diverse paia di string, perizomi e tanga, così ridotti che alcuni le apparivano come dei francobolli attaccati al filo interdentale. Prese anche quelli, assieme a tre reggicalze: uno nero bellissimo, uno rosso scuro di pizzo stupendo ed uno bianco, molto sexy. Ad abundantiam, prese anche completi intimi, dove selezionò con cura i reggiseni: ne scelse quasi tutti di quelli che avevano ...
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