L'infermiera (dodicesima parte)
Data: 07/07/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: masoc, Fonte: EroticiRacconti
... tanto…
Sonia la guardò schifata
- Ma sei proprio una troia, ma come cazzo fai? A me i negri fanno schifo.
Quello che si era palesato come il capo le guardava cercando di capire cosa stessero dicendo, evidentemente non aveva molta dimestichezza con la lingua italiana
- Tony detto noi scopare, all right? – e indicando Marta – tu, let's go.
Marta lo prese per mano e si avviarono in camera da letto.
Passando davanti a Sonia, che sembrava voler restare ferma al suo posto, il nero la invitò a seguirli
- Anche tu babie, c’mon.
E lo strano trio lasciò il soggiorno per dirigersi in camera.
Marco li seguì a debita distanza e restò fuori dalla camera a spiarli.
Il nero per prima cosa fece spogliare completamente Marta, e la fece roteare su se stessa divorandola con gli occhi. Marta aveva davvero un bel corpo, due tette grandi e sode che sembravano sfidare la forza di gravità, un pancino deliziosamente paffuto che Marco adorava mordicchiare, due gambe da indossatrice ed un culetto piccolo, quasi da ragazzo, sodo e alto, che sporgeva provocante. Proprio un bel bocconcino che il nero volle assaggiare, nel vero senso della parola.
La prese per le ascelle e senza alcuno sforzo apparente la sollevò fino a portare la fica all’altezza della sua bocca e cominciò a lapparla con la sua lingua rosea che creava uno strano contrasto col resto della sua faccia.
A lei non parve vero, si mise a cavalcioni, passando le cosce sulle ampie spalle del nero e, ...
... aggrappandosi alla sua testa aderì col pube alla sua bocca.
Doveva saperci fare perché Marta cominciò dapprima a gemere poi, man mano che quello continuava a divorarle, così sembrava, la fica, ad ululare di piacere.
Andarono avanti per una decina di minuti, poi lui la gettò sul letto, dove rimbalzò con la faccia stravolta dal piacere.
Si tolse i pantaloni e le mutande esibendo il più grosso e lungo cazzo che Marta avesse mai visto in vita sua, altro che Rocco.
Una specie di serpente del diametro di una lattina di CocaCola, che gli penzolava davanti sfiorando quasi le ginocchia. Sembrava impossibile che un arnese del genere potesse entrarle dentro senza squartarla. Ma mai sottovalutare la capacità ricettiva di una donna, d’altronde se da lì può passare il corpo di un bambino…
Marta, infoiata come non mai, con la fica grondante, accolse quella proboscide con fatica, ma riuscì a prenderlo quasi per intero e iniziarono una scopata che mise a dura prova la resistenza del letto.
Sonia, in un angolo, li guardava con gli occhi sbarrati, inorridita e rosa dalla gelosia.
Dopo qualche minuto il nero senza interrompere l’azione girò la testa verso di lei dicendo
- Venire qua, lick my ass.
Sonia si rifiutò di credere a ciò che aveva sentito, non era possibile, tutto ma non quello.
Vedendo che non si muoveva, il nero urlò qualcosa in quella lingua sconosciuta. La montagna umana si alzò dal divano con una agilità insospettabile in un essere di quelle dimensioni e, ...