L'infermiera (dodicesima parte)
Data: 07/07/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: masoc, Fonte: EroticiRacconti
Inutile dire che Marco approfittò appieno del regalo che Tony gli aveva fatto.
Scoprì un lato della sua personalità che gli era sconosciuto.
Si prese la rivincita per tutte le vessazioni che aveva dovuto subire fino a quel momento. Obbligò entrambe le ragazze a prendere una settimana di ferie per poterle avere a sua disposizione in ogni momento e non risparmiò loro nulla.
Le costrinse a fargli il bidet con lingua ogni mattina ed ogni sera prima di andare a letto.
Si scopò Marta in tutte le posizioni e modi possibili costringendo Sonia ad assistere ai loro amplessi ben sapendo quanto quella rosicasse vedendo la sua amata tra le braccia altrui. Vietò ogni contatto fisico tra di loro, fece il pascià facendosi servire e coccolare in ogni maniera e bisogna dire che questa parte fu assolta con piacere dalle due, soprattutto da Marta, ma anche Sonia fu molto remissiva ed ubbidiente.
Meno piacere provarono quando decise di depilar loro il pube e lo fece usando una pinzetta, tirando via i peli uno ad uno, anche quelli posti nelle zone più delicate. Dedicò lo stesso trattamento anche ai loro culi, ma lì trovo poco da depilare ed allora, per compensare, si divertì, per un intero pomeriggio a tenerle a turno col culo a ponte, costringendole a divaricarsi le natiche a vicenda, mentre lui, con un elastico faceva tiro a bersaglio cercando di centrare il buchetto. Che spasso sentirle lanciare un urletto e saltare ogni qualvolta il colpo andava a segno.
Insomma ...
... quella settimana fu la più bella della sua vita, ma come tutte le cose belle, terminò in fretta e giunse il giorno fatidico dell’appuntamento con l’amico di Tony.
Quel giorno Marco le risparmiò, anzi le aiutò a prepararsi, a lavarsi e vestirsi per l’occasione.
Quando bussarono fu lui ad andare ad aprire, Marta e Sonia restarono in attesa in soggiorno.
Appena la porta si schiuse un colosso nero entrò spingendolo via. Era davvero imponente, nero come la pece, una grossa testa calva sulla cui fronte faceva bella mostra di sé un tatuaggio tribale. Una brutta cicatrice gli attraversava la guancia sinistra. Indossava una maglia aderente che metteva in risalto un fisico scolpito. Ma se lui era grosso quello che lo seguì era un’autentica montagna. Alto sicuramente più di due metri, dovette abbassarsi per varcare la soglia, largo come un armadio a due ante, era l’essere umano più simile all’incredibile Hulk che Marco avesse mai visto. Anche lui capoccione calvo, fronte bassa, occhi piccoli, sguardo inespressivo, faceva davvero paura. I rapporti tra i due furono subito chiari. Il primo diede un ordine in una lingua sconosciuta e la montagna si accomodò sul divano, che occupò quasi per intero, facendolo scricchiolare.
Marta e Sonia osservavano la scena a bocca aperta.
La prima a riprendersi dalla sorpresa fu Marta.
- Merda, sono negri. Quel bastardo di Tony questo non ce l’aveva detto – e poi, cambiando espressione – mmm…chissà quanto ce l’hanno grosso…se tanto mi dà ...