I collant di mia zia - 1
Data: 28/06/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Maurocollant, Fonte: Annunci69
... vederla perché il mio viso fosse rosso dalla vergogna, lo era già diventato appena avevo sentito la porta che si apriva.
La prima, ed unica cosa che mi venne da dire, è stata..”scusa zia”.
Il suo viso mostrò tutta la sorpresa di una cosa davvero inaspettata, la sorpresa la lasciò alcuni minuti in silenzio, salvo poi recuperare con una grandissima sgridata.
Una sgridata che ricordo ancora per la grande vergogna che provai, ero passato dall’apice del piacere all’abisso della vergogna più profonda.
Sentivo le parole di mia zia rimbombare dentro la testa, e il sentirmi dire…”vai in bagno e cambiati” fu quasi una liberazione.
Prima di uscire da casa di mia zia, dopo l’ennesima richiesta di perdono, riuscii a chiederle, implorandola, che non dicesse nulla ai miei, sarebbe stata una vergogna ancora più grande, non disse nulla e quindi rimasi con quel profondo dubbio che mi aspettasse un’altra grande e forse più umiliante sgridata.
Passò una settimana senza che succedesse nulla, da mia zia non ci andai più, ma a casa non mi arrivò nessuna sgridata, nessuna svergognata, nulla.
Passarono altre settimane e tutto rimase tranquillo, io però non andavo da mia zia e questa era una cosa che prima o poi sarebbe dovuta succedere perché qualche occasione familiare per vederci assieme ci sarebbe sicuramente stata.
Ed in effetti fu quel che successe un po’ di tempo dopo, eravamo, con i miei, a pranzo da mia zia; potevo rifiutare? Avrei dovuto motivare il rifiuto, ...
... impossibile. In testa avevo mille dubbi e altrettante paure, ma cercai di vincere imbarazzo, vergogna, paura ed andare da zia.
Chiaramente quando la vidi ero rosso in viso ma cercai di mascherare quel rossore tenendo la testa bassa, quando mia zia mi vide aveva un piacevole sorriso e mi fece l’occhiolino. Cosa voleva dire..?
La cosa mi rincuorava, era come se volesse rassicurarmi, mi sentii più sereno, restava solo da vincere l’ultimo imbarazzo e parlare con lei.
Ed anche per questo fu zia a rompere il ghiaccio avvicinandosi a me e dicendomi..”quella cosa rimane fra di noi e quando vuoi puoi tornare a trovarmi, e se vuoi te lo lascio fare ancora…non ti preoccupare”
Fu quel…non ti preoccupare… che mi rincuorò, in quel momento avevo capito che potevo contare sulla segreta complicità di zia nel poter vivere quella mia passione feticistica.
Quelle cose non potevano non darmi l’idea di un invito e quindi già il giorno dopo mi presentai per una oramai dimenticata visita di “cortesia” a zia.
Quando mi aprì la porta ebbi la sensazione che mi aspettasse, mi sentivo stranamente a mio agio e lo fui quando zia mi chiese…”vuoi metterti le calze?...” credo comunque di aver sentito ancora tanto imbarazzo a quella esplicita domanda, non capivo bene se era un modo per canzonarmi, per prendermi in giro o, invece, se era una domanda fatta con l’idea che avrei desiderato indossare le sue calze.
La sola cosa che mi venne da dire in quel momento, anche per cercare di capire ...