Non si può dire di no al cazzo nero
Data: 30/05/2020,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Cuckold
Etero
Autore: iranes, Fonte: RaccontiMilu
... con le mani pesanti è Samir e chi ti sta davanti…beh, penso tu lo conosca» fece le presentazioni indicando uno ad uno i protagonisti
«Ciao, sono di nuovo Masur. Stavolta sarai tu a servire me» ghignò lui «Ora, perché tu lo sappia,- disse estraendo un coltello- la vita del tuo ragazzo è nelle tue mani. Se sarai gentile e non farai storie non gli accadrà nulla, ma se farai resistenza…» avvicinando il coltello alla gola di Michele
«Nono, ti prego! Ti darò tutti i soldi» i quattro scoppiarono a ridere fragorosamente.
«Samir, mostrale cosa dovrà fare» disse divertito Amhed. Il colosso con le mani grandi si sbottonò i pantaloni e portò alla luce un cazzo super. Non era granché lungo, una ventina di centimetri al massimo, ma era largo più di una lattina. Ludovica strabuzzò gli occhi spaventata. Michele si era sempre vantato del suo cazzo e per lei, che non aveva avuto molte esperienze, era vero che lui avesse un super cazzo. Quello che aveva davanti ora, però, era qualcosa di incredibile. Era più lungo, ma soprattutto più largo. Ce ne sarebbero voluti due per eguagliarlo, non poteva esistere.
«Masur, tocca a te» sentenziò ancora il capo. Il giovane estrasse il suo cazzo chiamando con voce melliflua la povera ragazza che dovette ammirare un membro di venticinque centimetri, incurvato verso il basso, davanti al suo viso. Il suo ragazzo sembrava avere il cazzo di un bambino in confronto a questi due.
«Ora, tu, ti alzerai, ti metterai un bel completino e ci darai quello ...
... che vogliamo, vero?»
«Io…io…» balbettò la giovane confusa
«Lo farai?» minacciò Ahmed portando la lama a contatto con la gola di Michele
«Fermo…lo farò!» implorò Ludovica. Scese piano dal letto andando verso la cassettiera dove teneva l’intimo per le serate importanti.
«Aspetta! Samir, scegli tu. Qualcosa di facile da togliere» sghignazzò Ahmed. Il riccioluto raggiunse il cassetto e prese un piccolo perizoma rosso e reggiseno a balconcino collegato. Prese un paio di autoreggenti nere e le porse alla ragazza che rimase impalata
«Muoviti, vogliamo scopare!» la richiamò Masur. Quelle parole la ferirono, come se solo in quel momento avesse capito a cosa andava incontro. Tremante si infilò il tutto
«B, è tuo» disse il capo andando verso la ragazza, l’attirò a sé con forza. Ludovica non se l’aspettava e mise la mani come per attenuare una caduta, ma si scontrò con i duri pettorali dell’uomo. Era come sbattere contro una colonna di cemento, duro e immobile. Lo stupratore si sbottonò i pantaloni
«Succhiamelo» ordinò dolce spingendola in basso. Ludovica si inginocchiò fissando il cazzo davanti a lei, non poteva fare altro che obbedire. L’odore che quel cazzo emanava, era un afrodisiaco, non riusciva a resistere. Lo imboccò titubante
«Ho detto succhia!» ribadì il capo spingendole la faccia contro quel cazzo. Lei che aveva sempre odiato quando Michele le poggiava la mano sulla testa si vide entrare quel cazzo in bocca in un unico colpo. Tremò, penso di vomitare, ma ...