1. Usata come una puttana da quattro energumeni maturi e prepotenti


    Data: 14/05/2020, Categorie: Tradimenti Autore: LaCavalla, Fonte: Annunci69

    Qualche giorno fa mentre percorrevamo l’autostrada, io stavo al posto del passeggero e indossavo un vestito rosso cortissimo che mi lasciava completamente scoperte le cosce. Ero perfettamente cosciente di essere guardata dai camionisti quando Carlo li sorpassava e questo mi ha sempre eccitata, mi piaceva vedere mio marito impazzire di piacere nel vedermi provocare come una troia quei rozzi maschioni. Avevamo vissute diverse esperienze del genere.
    
    Quel giorno, mentre lui era attento alla guida, mi sono ritrovata a civettare con quattro uomini a bordo di un grosso fuoristrada. Loro ci sorpassavano, salutavano e dall’alto del loro mezzo mi guardavano allupati le cosce, io ricambiavo strizzando loro l’occhio. Mi accorsi che rallentavano apposta e aspettavano che Carlo li superasse e poi ancora noi che li sorpassavamo e il ciclo si ripeté a lungo. Ad un certo punto, Carlo mise l’indicatore di direzione e fece ingresso in autogrill, guardando nello specchietto laterale, mi accorsi che loro ci avevano seguiti. Appena usciti Carlo disse che voleva prendere un caffè, entrammo nell’autogrill e i quattro ci seguirono. Carlo andò in bagno, mentre io mi intrattenevo tra gli scaffali. Improvvisamente uno degli occupanti del SUV si mise dietro di me e sentii chiaramente che appoggiava il basso ventre contro il mio culo.
    
    Mi voltai e lui si scostò chiedendomi scusa, ma appena mi girai percepii la sua mano chiudersi a conchiglia sulla mia chiappa. Mi girai nuovamente e lo guardai, ora ...
    ... spaventata per tanta sfacciataggine in un luogo pubblico frequentato anche da altre persone in quel momento.
    
    Nel frattempo al mio fianco era tornato Carlo. L’uomo tolse prudentemente la mano dal mio sedere e finse assoluta indifferenza. Poi uno degli altri, con la scusa di chiedermi un’informazione, si affiancò al suo amico e mi domandò se conoscevo una certa località.
    
    Mentre Carlo faceva lo scontrino alla cassa, ci allontanammo un po’ io e tre di loro e quando fummo al fondo del bar ruppero decisamente gli indugi e mi chiesero il perché, per parecchi chilometri, gli avessi fatto l’occhiolino. Spiegai che visto che mi salutavano e che mi guardavano spudoratamente io avevo semplicemente ricambiato. Uno di loro si rammaricò dicendo che non ero sola, perché altrimenti ci saremmo potuti divertire. Rispose un altro, quello che mi stava di fronte, che forse sarebbero riusciti a farlo ugualmente e, senza troppi fronzoli, mi infilò una mano tra le cosce e quando la ritirò con le dita umide dei miei umori, le mostrò ai suoi compari che dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa si fecero una bella risata. Avevano tutti superato la cinquantina, grossi, tatuati e dall’aspetto per nulla rassicurante, incutevano un certo timore, devo ammettere che mi tremavano le gambe, forse avevo esagerato a provocarli. Quello che mi sembrava essere il più deciso dei quattro, notando il mio cambiamento da sfacciata puttanella a cerbiatto impaurito, accarezzandomi la guancia mi disse di chiamarsi ...
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