016 ragadi. brutalismi e sentimento
Data: 30/04/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
... ragazzo non mi cacò più.
Scusate se uso questo gergo volgare. Non è da me, lo so, ma così fu.
Iniziai lentamente a stare male. Vederlo isolato dagli altri mi spaccava il cuore.
Di tanto in tanto io cercavo di incrociare il suo sguardo, e ci guardavamo.
Io mostravo il mio volto melanconico e speravo in un suo sguardo mesto, da correre l’uno verso l’altro e abbracciarci, a fare l’amore clandestinamente sul ciglio del fiume, farmi pisciare in culo come sempre.
Ma egli tenne duro. Egli lavorò lungamente per ripristinare i legami sociali mentre io… lo ammetto, io caddi nella mia più profonda disperazione.
Io lo so che mi amava, che gli mancavo.
O già.
Per tentare di non pensare, alla sera mi allontanavo dal campo.
Embè, che dovevo fa? Mica facevo niente di male.
Raggiungevo una balera che stava dall’altra parte del fiume, tutta illuminata, ove si suonava e si ballava.
Non avevo un quattrino, e cosi me ne stavo seduto sulla panca a guardare gli altri a ridere e a bere.
Mi facevo coraggio, mi mettevo a ballare anch’io pur di non pensare di continuo al mio ragazzo.
Ricordo che sotto la pergola improvvisai una lap dance. All’epoca non si sapeva neppure cosa fosse.
Io mi attorcigliavo, ancheggiavo, comunicavo in quel mondo sordo e cieco tutta la mia disperazione.
Mi aggrappavo al palo, mi piegavo, inarcavo la schiena e sollevavo il culo.
Poi giravo i tacchi verso dei maschi seduti in cerca di fica, mostrandomi compiacente, passandomi ...
... persino il ditino sul bordo bocca, poi lo facevo scorrere sul seno e lento scendevo sulla natica, e raggiunta la fessurina lo vibravo come un sonagli, alzando per altro la coscia come una vera cessa.
Una sera, attaccato al palo, abbassai persino un pelino i miei calzoni, ma poco eh, non troppo.
Esibii non per dire le mie belle chiappine. Le mostrai licenziosa ad un gruppo di camionisti credo, e un bruto signore della sicurezza, un ceffo, senza dirmi un niente, mi afferrò per la canotta e mi buttò fuori a calci in culo.
Io strillai ovviamente tutta la mia disapprovazione poiché non ritenevo civile la sua condotta, e per tutta risposta mi presi una bella pizza in faccia ma così forte da far fermare per qualche istante la musica in balera.
Io gli strillai Brigante!
Si che alla pizza fece seguito una bella schiacciata di testa, così, a due mani, e mi fece in un solo colpo la faccia a zampogna mi fece, che io dissi solo Dlin Dlon e caddi azzoppata morta.
La verità è che mi mancava il mio ragazzo. Mi mancava punto e basta, il suo cazzo.
Volevo un cazzo. O già. A questo punto ogni cazzo avrebbe potuto lenire quel mio senso di assenza.
Fuori dal locale, dopo la bella dose di schiaffi, rimediai un passaggio per mia fortuna da un signore piuttosto per bene. Era ben vestito, profumato e per tutta la sera aveva cercato fica senza trovarne.
In macchina mi disse che in balera non si batteva un chiodo perché ormai era piena di vecchie.
Fu li che gli proposi la mia ...